4 febbraio 2013 - Nella giornata di ieri, a Vervio, si è
svolta la cerimonia in ricordo del sacrificio di 5 partigiani locali
uccisi il giorno 3 febbraio 1945.
Di seguito il discorso a nome dell'ANPI Associazione
Nazionale dei Partigiani d'Italia pronunciato da Giovanni Curti
assessore del comune di Grosio.Buongiorno a tutti i presenti,
come amministratore e rappresentante dell’ANPI di Grosio desidero rivolgere i miei saluti e il mio ringraziamento per la partecipazione a questa importante cerimonia di commemorazione e ricordo dei martiri di Vervio. Ringrazio le autorità, il sindaco in particolare e il parroco, sempre presenti e partecipi alla manifestazione. Ringrazio I partigiani presenti e l’ANPI di Sondrio qui rappresentata dal presidente provinciale Caivano.
Ricordiamo oggi davanti al monumento il sacrificio di 5 giovani concittadini locali che furono trucidati dai fascisti il giorno 3 febbraio 1945 : Innocente Quadrio e Remo Vaninetti di Vervio, fucilati davanti al camposanto. Benito Garbellini di Sernio, Aldo Praolini di Bormio e Antonio Scala di Grosotto, furono uccisi dietro la chiesa di Sant'Ilario.
Episodio violento e terribile di una guerra lunga e dolorosa che, con il contributo dei molti che hanno combattuto per la libertà, ha portato alla sconfitta del nazifascismo e alla creazione della nostra democrazia. Desidero rinnovare i ringraziamenti ai partigiani della resistenza qui presenti e a tutti i patrioti che hanno lottato per la libertà.
E’ importante in queste cerimonie ricordare anche le vittime di tutte le guerre, i combattenti per la patria, i prigionieri, le vittime civili ed innocenti.
La cerimonia odierna si lega in modo significativo alla giornata della memoria, celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime del nazismo, dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.
In questo giorno si celebra la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio 1945 ad opera delle truppe sovietiche dell'Armata Rossa.
Io ci sono stato, alcuni anni fa in visita, ai campi di concentramento di Auschwitz e mi sono reso conto dal vivo a che livello di degrado ed odio può arrivare la specie umana. Coltivare l’odio razziale porta ad aberrazioni terribili.
E’ per questo che è necessario ogni giorno lavorare per la solidarietà e la convivenza, per il rispetto degli altri e combattere ogni forma di discriminazione.
Dovremmo ricordarci ogni giorno che tutti gli uomini hanno uguale dignità e che i diritti fondamentali di ogni uomo vanno tutelati e difesi.
Molta starda c’è ancora da fare, la prima discriminazione forte è tra uomini e donne. La questione di genere è fondamentale nella nostra società ancora troppo maschilista.
C’è poi ancora chi liscia il pelo e alimenta l’odio del diverso per motivi di razza, di religione, di censo, di convizioni politiche o scelte private di convivenza. Questo atteggiamento oltre che pericoloso ed irresponsabile è vile ed indegno.
Basta ricordare l’articolo 3 della costituzione per capire che non ci sono diversi di cui avere paura ma che è compito di tutti costruire una società inclusiva e libera.
Art. 3. Della costituzione della Repubblica italiana.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Buona gionata a tutti
Viva l’italia e i partigiani
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