4 febbraio 2013 - Si è conclusa la 1.a Biennale d'Arte di
Palermo, una Biennale che, nel bene e nel male, passerà alla storia come
è avvenuto per il Padiglione Italia di Venezia. (Di Anna Galanga)
D'altronde stampa, televisioni e riviste specializzate
stanno parlandone come di un grande evento. Spazi Espositivi di
prestigio concessi dalla Regione e dal Comune, critiche e approvazioni,
invidie da parte dei non ammessi, compiacimento per i presenti: tutto
come a Venezia. E però con una differenza non da poco: a Palermo siamo
alla PRIMA BIENNALE, e dunque per il momento mancano la Storia e
l'esperienza.Sul piano personale, comunque, devo dire che mi sono divertita e mi ritengo soddisfatta, specie per i molti apprezzamenti e le positive considerazioni sulla mia pittura (ne parleranno a giorni i testi critici a cura di famosi critici quali Paolo Levi e Vittorio Sgarbi). E naturalmente ho conosciuto e rivisto personaggi dell'arte e ho avuto la possibilità di confrontarmi con tantissimi validi artisti.
L'importante evento, curato da Paolo Levi e ideato da Sandro Serradifalco, è stato inaugurato, in un clima di creatività ed euforia, alle 20.30 di giovedì 10 gennaio da Vittorio Sgarbi nel suggestivo Teatro "Politeama" alla presenza del Presidente della Provincia Giovanni Avanti, del Presidente del Consiglio provinciale Marcello Tricoli, del sindaco di Monreale e di altre personalità del mondo della cultura, della stampa e dello spettacolo. Ha sorpreso tutti, compreso lo stesso Sgarbi, la straordinaria affluenza di pubblico, poiché non meno di tremila persone gremivano la sala e la doppia fila di palchi.
L'atteso intervento di Sgarbi ha suscitato ilarità e applausi. Il critico ferrarese, sempre stimolante nelle riflessioni sull'iniziativa e nelle acute valutazioni sulle opere esposte, non ha lesinato gustosi aneddoti personali e professionali, riuscendo così nel duplice intento di interessare e divertire i presenti.
La serata si è conclusa a notte fonda, con un rinfresco offerto dall'organizzazione nella sala gialla del teatro, in un'atmosfera di festa, di apprezzamenti, di cordialità e scambi di inviti, di mail e indirizzi. Tanti gli scatti per immortalare quei momenti emozionanti e irripetibili.
Dopo un giorno di tregua, sabato 12 gennaio - nel suggestivo e prestigioso complesso monumentale di Monreale intitolato a Guglielmo II –, i critici, le personalità politiche e il foltissimo pubblico hanno inaugurato le sale espositive dedicate alle rappresentanze estere e alla multimedialità artistica.
Nella elegante Sala della Musica, al primo piano dell'edificio, il mio quadro Al fiume è in bella vista su una lunga parete, illuminato dalla limpida e soffusa luce atmosferica che si diffonde da un enorme finestrone e che penetra nelle profondità temporali del dipinto. Si coglie davvero quanto scrive Gabriella Niero: "… nell'opera di Anna Galanga si respira un sentimento melanconico dell'esistenza, un senso di sospensione che traspare soprattutto nella presenza apparentemente estranea della fanciulla: in un'epoca di così stretto conformismo, di ambiguità, di sconcertanti falsità umane, ecco una pittrice che, attraverso la poesia e l'allusione, decide di andare «contro» i vuoti accademismi".
All'interno della complessa architettura si inserisce la Civica Galleria d'Arte Moderna "Giuseppe Sciortino", istituita a partire dalla donazione di duecentosessanta opere della nobildonna Eleonora Posabella, la quale ha voluto onorare in tal modo la memoria dell'illustre scrittore, giornalista e critico d'arte monrealese Giuseppe Sciortino, suo indimenticabile compagno, scomparso nel 1971. Anche a Monreale la cerimonia è durata a lungo, fino a tarda sera, in un clima di festa e di euforia.
Anna Galanga
INTERVENTI:
GIOVANNI AVANTI
“Finalmente – dichiara Giovanni Avanti, presidente della Provincia di Palermo – un evento che sottolinea la vocazione multiculturale che distingue questa città. È il momento del confronto tra artisti che vengono da tante parti d’Italia e anche del mondo e che dimostra la grande vitalità intellettuale del nostro Paese. Per il futuro dovremmo concentrarci maggiormente sul modo giusto di coniugare l’arte alla valorizzazione dei nostri territori. Dovremmo rilanciare l’idea dell’Italia, tutta, come Paese che guarda alla cultura come elemento di sviluppo e progresso”.
VITTORIO SGARBI
"Devo dire, fra le tante cose che questo evento mi sollecita, che conosco Paolo Levi dagli anni Settanta. Nel '78 eravamo in condominio sul giornale "l'Europeo". Lui era uno studioso già affermato (e ironizza sugli anni dell'amico) che muoveva da una modernissima declinazione del rapporto tra arte e mercato (e a questo proposito non mancano gli eruditi riferimenti agli Impressionisti e alle modificazioni della committenza e del mercato) e mi consigliava di coniugare la mia attività di storico dell'arte con le agenzie più vive della società. Devo confessare che, almeno in parte, io gli ho disubbidito; i miei maestri erano i grandi storici dell'arte, vale a dire gli appassionati dell'arte antica, capaci di ricreare quel mondo lontano, e critici raffinati dell'arte moderna come Longhi e Arcangeli (e i ricordi affiorano prepotenti non senza qualche nota nostalgica).
Sgarbi ci parla poi della Biennale dell'Ottanta, richiamando gli atteggiamenti bonari e ironici di Alberto Sordi che, nell'episodio "Vacanze intelligenti" del film Dove vai in vacanza?, entra in contatto e cerca di capire il concetto di arte nuova. Racconta poi dell'esperienza di assessore alla Cultura del Comune di Milano, e del progetto, condiviso con Levi, di una grande mostra chiamata Babele, progetto purtroppo mai andato in porto.
In quanto alla Biennale di Venezia del 2011, Sgarbi difende con convinzione la sua scelta dei 4.000 artisti partecipanti: "La produzione artistica è molto aumentata, e la Biennale di Venezia, che è una delle madri di tanta varietà, deve accogliere i suoi figli… Mi hanno criticato perché la mia scelta era fuori regola, ma era il modo per vedere di più. Questa sperimentazione di Palermo, basata sul valore della più ampia partecipazione, è la continuazione di quella idea..."
E in effetti tanto scalpore oggi, quanto allora. Ma intanto il Padiglione Italia sgarbiano ha un nuovo seguace, la Biennale d’Arte di Palermo. Da qui dunque analogie e confronti, con le due Esposizioni e le due kermesse che richiamano l'attenzione delle cronache nazionali.
Personalmente posso dire che ero presente anche a VENEZIA, alla BIENNALE A CONFRONTO 2011, Spazio Espositivo San Vidal-Scoletta San Zaccaria, tra i dieci artisti scelti e presentati nel Catalogo d’Arte Mondadori, con recensione sul "Gazzettino di Venezia" di Enzo Di Martino; e ricordo lo stesso clima di grande euforia che ho ritrovato anche a PALERMO. Dentro e fuori i Giardini e l’Arsenale, agli eventi collaterali, negli spazi espositivi si respiravano arte, provocazione, cultura, insieme a un tocco di mondanità e soprattutto alla felicità di esserci.
Sono sicura che anche questa 1.a Biennale d’Arte di Palermo, costituirà una tappa irrinunciabile dell'arte contemporanea italiana perché in linea con la filosofia del Padiglione Italia.
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