1 marzo 2013 - Sempre grande e sorprendente il Sunà da Mars
di Aprica. Lo dicevano le facce sorprese e gli occhi sgranati dei
turisti, specie stranieri, che lo vedevano e sentivano per la prima
volta ieri sera.
Lo dicevano i volti allegri e coinvolti di tanti bambini e
giovani partecipanti in costume, convenuti dalle sei contrade aprichesi
(Liscedo, Liscidini, Santa Maria, Mavigna, Dosso, San Pietro), ma anche
da molti Comuni vicini (Corteno Golgi, Santìcolo, Doverio, Motta,
Teglio, San Giacomo, Piateda) e più lontani (San Pietro Berbenno,
Poschiavo, Val di Scalve, Sovere, Castione della Presolana, Clusone,
Borno, Olginate).Lo dicevano anche e soprattutto le maschere dure dei più compassati adulti, fieramente calati più che mai nei loro ruoli di scampanatori e capi corteo. E le tante donne, anch'esse in costume, parte integrante della grande e assordante sfilata.
Pochi fronzoli o cerimonie, ma soprattutto clangore ritmato dei sampógn in sei marce (quasi) ordinate, quadretti animati della vita d'un tempo (come sui due carri trainati dai trattori). E alla fine tanto mach per tutti, con almeno mille piatti serviti da una ventina di volontari alla grande mensa open air (-2° / -4° la temperatura).
In Piazza del Palabione, istigati o temporaneamente acquietati dallo speaker Edoardo Cioccarelli, i concerti di ferro e bronzo si sono ripetuti per lunghi minuti, alternandosi al saluto del vicesindaco Bruno Corvi ("Mi avete voluto sorprendere e commuovere ancora una volta con la vostra immensa partecipazione; vi ringrazio con tutto il cuore e vi dò l'arrivederci alla prossima edizione" - ha detto) e alla consegna a ciascun gruppo di un campanaccio-ricordo di questo Sunà da Mars 2013.
La parola alle immagini.
Antonio Stefanini
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