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giovedì 7 marzo 2013

SCUOLA, PENSIAMOCI PER TEMPO

E' tempo di iscrizioni per il nuovo anno scolastico, per questo mi sembra il momento più opportuno, in qualità di genitore ed insegnante, per esternare alcune considerazioni relative all’offerta formativa dei vari Istituti scolastici. (Di Paola Mara De Maestri)
A mio parere, invece di arrovellarsi nel cercare di stilare chissà quali progetti per colpire favorevolmente i genitori riguardo la bontà della scuola presso la quale manderanno i propri figli, sarebbe il caso che ogni Istituto si preoccupasse di garantire un ambiente scolastico il più possibile accogliente e soprattutto a norma di legge. Dirigenti Scolastici e Sindaci dovrebbero prima di tutto avere a cuore la salute dei bambini e dei ragazzi.
Eppure nella nostra società “avanzata” non siamo ancora in grado di mettere al primo posto l’infanzia. Tutti presi dai mille problemi legati alla quotidianità, troppo spesso dimentichiamo che siamo noi adulti a doverci interessare alla vita dei nostri figli, a dove trascorrono la maggior parte del loro tempo e a doverci impegnare nel tentare di risolvere eventuali problemi. E’ la società intera che deve farsi carico delle nuove generazioni. Vivere la scuola come ambiente ospitale e motivante è lasciato sovente solo alla buona volontà e alla passione degli insegnanti, che tra l’altro generalmente non vengono apprezzati come dovrebbero.
Soprattutto negli ultimi anni ci ritroviamo con “classi pollaio” ed è fuor di dubbio che a rimetterci sono in particolare gli alunni più fragili che non possono essere seguiti adeguatamente. Un unico insegnante difficilmente riesce a gestire un grande numero di studenti, assicurando a tutti, singolarmente, di raggiungere i migliori risultati in rapporto alle proprie capacità individuali. Tra l’altro continuano ad emergere in maniera esponenziale i problemi legati ai disturbi dell’apprendimento. Questi alunni avrebbero bisogno di un intervento personalizzato, mettendo in atto tutti gli strumenti compensativi e dispensativi del caso. Infatti, chi è affetto da dislessia non è meno intelligente o meno capace degli altri coetanei, ha solo un modo diverso di imparare e quindi necessita di attenzioni specifiche.
Tutti questi fattori andrebbero presi in considerazione prima di procedere a formare le nuove classi. Fornire una struttura spaziosa, ben illuminata ed attrezzata è dovere degli amministratori locali e della dirigenza. E la crisi profonda nella quale versiamo non è una scusa sufficiente per giustificare anni di completo disinteresse verso gli edifici scolastici con conseguenti rischi non solo per la sicurezza ma anche per la formazione degli alunni, in quanto solo un ambiente adeguato favorisce l’apprendimento. Cattivo stato di manutenzione, mancanza di barriere architettoniche, temperature ed aerazione non adeguate, arredi non a norma, per non parlare delle palestre, dei cortili, delle mense e dei laboratori inadatti ad ospitare piccoli e grandi.
La domanda che mi pongo e sulla quale invito tutti a riflettere è questa: quando i soldi c’erano, invece di pensare al benessere dei bambini, a mettere in sicurezza le scuole, come sono state utilizzate queste risorse? Diamoci da fare, pensiamoci per tempo, forse per certe situazioni si riesce ancora a porre rimedio. Come sostiene George Eliot: “I bambini sono tuttora il simbolo dell'eterno matrimonio tra l'amore e il dovere”.
Paola Mara De Maestri

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