23 aprile 2013 - Il Gruppo Misto di Tirano ci aiuta a
comprendere, attraverso la loro analisi, la questione che riguarda la
rettifica di un atto del PGT che interessa la zona industriale, il sesto
punto all'Ordine del giorno del Consiglio Comunale dell'8 aprile.
Ci accingiamo a discutere alcune variazioni al Piano di
Governo del Territorio che si vogliono fare apparire minori e che sono
sfuggite nella procedura di analisi ed approvazione. Permettete,
in questo frangente, di ricordare le modalità con cui fu approvato
questo importante strumento, seduta nella quale il nostro gruppo ha
lasciato polemicamente l'aula perchè l'amministrazione non consentì una
ben che minima discussione riguardo le varie osservazioni pervenute dai
cittadini.Una situazione che non ha certo agevolato l'emersione di errori o sviste riguardanti i dettagli del piano stesso.
SOVRAPPOSIZIONE IN ZONA INDUSTRIALE DEGLI AMBITI DESTINATI A PIANO ATTUATIVO E PIP
Per scendere nel merito delle correzioni proposte nella delibera rileviamo principalmente un forte dubbio che la modifica di un Piano Attuativo sia da collocare nella procedura prevista dall'art. 13 comma 14/bis della LR 12. Secondo il nostro modo di vedere la cosa sarebbe stata necessaria una variante vera e propria al PGT e non una semplice correzione per errore evidente come è in questo frangente. Prendiamo atto della convinzione dei tecnici comunali che hanno ritenuto percorribile tale percorso.
Comprendiamo la problematica che è stata esposta e condividiamo che una zona industriale soggetta a Piano Attuativo in parte situata in zona a PIP ed in parte no, sia una anomalia e rappresenti una complicazione nello sviluppo del piano stesso. Questo argomento però era già riscontrabile e verificabile al momento dello studio del PGT e non si capisce perchè un'area così importante per lo sviluppo industriale della città sia stata trattata con tale leggerezza, tanto che ora serve una correzione.
Questa situazione, così come è stata esposta ci induce a fare alcune considerazioni nello specifico ma che evidenziano anche il modo con cui questa Amministrazione ha operato le sue scelte sin ora:
- la parte situata in area industriale 1 (o esistente), quella della ex cartiera per intenderci, è rimasta svincolata dalla normativa del PIP [la parte in rosa nella planimetria]
- nell'area industriale 2 [la parte in verde nella planimetria], soggetta a PIP, sono operanti delle precise regole di comportamento di garanzia dell'interesse pubblico (ad esempio il numero di occupati che deve generare un nuovo insediamento produttivo, le regole contro l'inquinamento atmosferico e delle acque, ecc.) controbilanciato dalle agevolazioni sulle procedure espropriative e dal prezzo di assegnazione del terreno che ricordiamo è ancora oggi di soli € 21,00 al mq.
Ci pare però che una pianificazione urbanistica non debba assecondare le attività speculative private ma debba riferirsi a criteri di corretto e ordinato sviluppo degli insediamenti produttivi, cosa che ci sembra abbia ispirato la soluzione approvata nel PGT e che ora si vuole modificare.
E' pur vero che nel predisporre un piano si devono tenere in considerazione anche le oggettive possibilità che quanto pianificato si possa poi fattivamente realizzare, valutando quindi anche le possibilità economiche private.
Questo è ancor più importante specialmente se consideriamo la situazione economica che viviamo in questo momento.
Se da un lato ci pare logico assecondare ed agevolare una realtà imprenditoriale già avviata e pronta a partire, ci preoccupa il rischio che la divisione delle due zone non consenta una razionale soluzione spaziale del territorio con conseguente spreco di spazio.
Una ulteriore considerazione che vogliamo rimarcare è quella dell'impostazione del PA previsto nel PGT, che prevede al suo interno una soluzione di sistemazione dell'area per la raccolta dei rifiuti da scambiare con la cessione delle aree.
Ciò comporta un sistema chiuso di appalti al fine di eseguire delle opere pubbliche, operazione che non condividiamo; è vero che si ottengono delle strutture in modo semplificato e senza essere vincolati dalle ristrettezze normative del patto di stabilità ma, è anche vero che così facendo non si garantisce la necessaria trasparenza nei rapporti fra le parti e la pari opportunità riguardo a tutti i soggetti che potrebbero essere interessati alla costruzione delle opere pubbliche stesse.
Concludendo riteniamo sia preferibile la soluzione di lasciare il PA come previsto per la parte di concentrazione dei volumi, ossia l'intera parte sopra la nuova strada e stralciare la sola parte a valle della strada stessa da destinare ai servizi. in coerenza con la nostra perplessità su molti dei contenuti del PGT stesso, il voto del Gruppo Misto è stato contrario.
Danile Pola (Gruppo Misto)
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