L'archivio del portale di informazione e commercio INTORNO TIRANO (www.intornotirano.it)

Etichette

lunedì 8 aprile 2013

VOGLIA DI FRITULA

L’italiano popolare a volte è intriso di vocaboli dialettali. Le parole nate dalla cultura dialettale , molte volte , rappresentano un concetto o un paragone che è legato al luogo e alla natura stessa... (Di Ezio Maifrè)
In tal caso il vocabolo nasce spontaneo come la poesia nasce dal cuore. Così è per il chisciöl, piatto tipico del tiranese, che in alcuni borghi è chiamato anche fritula, per il suo colore, bontà, sapore e delicatezza. Requisiti che, in generale, le donne possono donare in vari modi agli uomini virili.
La fritula (chisciöl)
Era agosto e nei giorni di gran baldoria,
capitò che la fritula entrò in gloria
per il genio d’ un uomo di gran valore
che seppe al Mondo parlar d’amore.
In un parco ombroso, ventilato e vasto
così parlò quell’uomo nobile e casto
che portò agli altari la prelibata frittella
che tanti chiamano fritula,gustosa e bella.
I focosi maschi paragonano la vivanda
alla perla delle donne in loro mutanda.
Fortuna che il casto uomo, gran cicerone,
nulla sapeva di questo dolce paragone.
Così parlò alla allegra e gran brigata:
“son sicuro di non dir una stronzata,
che a tutti la fritula piace ben condita,
dolce, succosa, calda e ben colorita.
Per venir croccante, cotta e saporita ,
ci vuol dolcezza e un gran menar di dita,
sol così si gusta la dolce prelibatezza
che ognun sogna nella sua giovinezza “.
Sorrisero i maschi nel sentir tali parole,
“ 0gnun si mangi la fritula che vuole “
gridarono le donne con gran vigore
orsù, doniamo la fritùla dell’Amore.
Si misero tutte ai fuochi e ai fornelli
con gran lena al canto degli uccelli,
le fritule furono pronte in un istante,
le donne le donarono tutte quante.
Solo il parroco con la corona in mano
non gustò la fritula in quel baccano,
e nel benedir quel cibo dolce e prelibato
disse: chi non ne mangia fa gran peccato.

Ezio Maifrè
www.confraternitadelchisciol.com

Nessun commento:

Posta un commento