7 maggio 2013 - L'onorevole valtellinese della Lega Nord
Jonny Crosio: “Dobbiamo affrontare il problema della cittadinanza per
gli immigrati con razionalità e buon senso. Ma credo che l’Italia oggi
abbia altre priorità".
A seguito delle dichiarazioni d’intenti rilasciate dal
ministro Kienge sulla cittadinanza italiana agli stranieri, la Lega
Nord, il movimento che, per primo, ha posto la questione legata
all’immigrazione, all’integrazione e alla convivenza civile, si pone in
contrasto con il principio dello ius soli, e a favore dello ius sanguinis,
come sostiene il senatore valtellinese Jonny Crosio: “Il problema
esiste, inutile nasconderlo, ed è già stato affrontato da altri Paesi
europei, ma concedere la cittadinanza a tutti coloro che sono nati in Italia, non rappresenta la migliore soluzione.
Devono diventare italiani a tutti gli effetti gli immigrati che hanno
dimostrato di volerlo veramente, che hanno frequentato le nostre scuole,
che conoscono il nostro territorio e la nostra lingua, che ne
rispettano usi e costumi. La cittadinanza deve essere concessa solo a
chi vuole vivere e lavorare in Italia”.Se altri Paesi europei hanno fatto questa scelta, preferendola al semplice diritto di nascita, ben prima di noi, evidentemente ne hanno valutato i pro e i contro. “La Lega Nord è favorevole all’integrazione, ma con regole certe: non possiamo permetterci di affrontare un problema di tale portata sull’onda dell’emozione, servono invece razionalità e buon senso – continua il senatore Crosio –. Detto questo, non ne vedo l’urgenza, in questa fase così difficile per tutti, vi sono altre priorità da affrontare con decisione, prima fra tutte l’emergenza lavoro. I nostri cittadini si attendono risposte immediate rispetto a questo problema, poi certamente anche la questione della cittadinanza italiana per gli immigrati troverà il suo spazio di discussione, ma soltanto dopo un’attenta analisi della situazione”.
“Come Lega Nord – conclude il senatore Crosio – sosterremo il principio di concedere la cittadinanza a chi ha dimostrato di voler essere italiano e di essersi integrato nel nostro Paese, non a chi è magari soltanto di passaggio e ne approfitta per poi circolare liberamente in Europa e nel resto del mondo. Non dobbiamo dimenticare di essere la porta del Mediterraneo, non è scontato che ciò che funziona per altri possa avere effetti positivi anche da noi”.
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