29 giugno 2013 - Questo articolo rimarrà in primo piano fino
a quando la situazione tra il cittadino di Lovero Luigi Zampatti e il
Comune non sarà risolta.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMOIn riferimento all’articolo pubblicato in precedenza si precisa quanto segue:
La vicenda della casa pericolante é iniziata ben prima la segnalazione scritta del 2009; è da almeno vent’anni che, lasciato in completo abbandono, l’edificio ha cominciato a dare segni di decadimento con conseguenti infiltrazioni nelle cantine sottostanti, di mia proprietà. Le ripetute segnalazioni verbali ai proprietari non sono servite a sbloccare la situazione.
In seguito alla mia segnalazione scritta (2009) le cose hanno cominciato a muoversi anche se in modo molto lento e, dopo diversi mesi di parole, ci sono stati i primi accordi terminati in un documento fra le parti in cui i proprietari delle case pericolanti si impegnavano a demolire e consolidare le murature esistenti mentre da parte nostra ci impegnavamo con lo stesso documento a cedere le cantine sottostanti con una permuta di un terreno antistante la nostra abitazione. Da parte sua il Comune si impegnava a ritirare l’area sgombra dei detriti ed in perfetta sicurezza; inoltre si faceva “garante” del patto, rendendosi disponibile a pagare di tasca propria il responsabile della sicurezza e corrispondere ai proprietari una somma per l’acquisto dell’area destinata poi a parcheggio pubblico.
All’inizio di ottobre inizia cosi la demolizione con mezzi a dir poco inopportuni visto che il delicato lavoro viene affidato ad un escavatore di 250 quintali che in poco più di tre giorni demolisce e sgombra l’intera area senza pensare alle vicine strutture che rimangono lì senza sostegno e controvento. A nulla servono le continue nostre segnalazioni al responsabile dei lavori ed al sindaco del Comune di Lovero che minimizzano il fatto che un muro in sasso dell’altezza di 12/15 metri senza sostegno e rinforzi, senza più controventatura, possa tranquillamente reggersi da solo e non causare pericolo imminente e futuro per le persone e per gli abitanti delle case interessate e per la via S. Rocco.
Forse qualche dubbio i committenti, l’impresa oppure il responsabile dei lavori avrebbero potuto averlo: il giorno 23 ottobre 2012, arrivando a casa per il pranzo a mezzogiorno, mi sono chiesto cosa stessero facendo sotto la mia casa visto che c’era uno scavo profondo almeno 4 metri su tutta la lunghezza della muratura ed io dall’alto ammiravo timoroso questa opera di consolidamento; ma lo stupore è durato ben poco lasciando spazio al terrore visto che ero sul terrazzo ed il muro si stava staccando verso l’esterno. Allarmato io e la mia compagna ci siamo precipitati dalle scale mentre si sentiva un enorme fragore dovuto al crollo dell’intera parete limitrofa alla casa.
Il seguito sembra un’immagine di un film dove si alza un gran polverone ed arrivano tutti i vicini compresi pompieri, carabinieri, mentre noi restiamo allibiti a guardare quel che rimane della nostra casa.
Successivamente vengono sgombrate le macerie e recuperata in parte le cose rimaste sotto il crollo mentre le case vengono puntellate, su nostra insistenza, in modo provvisorio e cosi sono tutt’ora.
Il muro prima del crollo
La situazione dopo il crollo del muro. Luigi, al momento del crollo, si trovava nel punto indicato dalla freccia verde
Naturalmente il sindaco, signora Annamaria Saligari, promette una risoluzione a breve del problema, ma impone lo sgombero con il divieto di accedere alle abitazioni, divieto che vige da ormai otto mesi.
Da un primo incontro chiesto con i proprietari non si arriva a soluzione visto che vogliono intervenire a modo loro ricostruendo solo in parte e tralasciando altre parti significative.
Si apre cosi un contenzioso che finirà chissà quando mentre i sottoscritti rimangono senza casa e senza possibilità di accesso alla stessa, ma dovendo comunque mantenerla riscaldata ed allacciata ai servizi.
Questo che leggete non vuole essere uno sfogo di compatimento, ma un chiarimento ai fatti che probabilmente ben pochi conoscono e quelli che ne sono a conoscenza ben si guardano dal divulgarli.
Riusciamo bene a capire come si sentono i terremotati costretti a lasciare la propria abitazione, ma la cosa più triste è la sensazione di abbandono da parte di quelli che si erano dichiarati “garanti” dei patti e a tutela dei cittadini.
Altra cosa che ci fa arrabbiare è di aver fatto un accordo di permuta delle cantine da demolire con un terreno, essere rimasti senza cantine, senza terreno e senza poter accedere alla casa e dover sentire dall’amministrazione Comunale che “la spending review del Governo Monti” non permette l’acquisto dell’area.
Troviamo peraltro scandaloso che tutt’oggi non siamo ancora stati contattati da nessuno. Si fa inoltre presente che durante il consiglio comunale di inizio giugno nessuno abbia accennato ad una possibile soluzione del nostro problema, ma é stato solo un dibattito sulle scelte più o meno giuste dell’amministrazione in carica.
Gli sfollati di Lovero
Luigi e Giannina
Luigi e Giannina
Lo
Statuto di Lovero recita, prendendo spunto dall'art. 119 della
Costituzione, che il Comune ispira la propria azione sui principi
del superamento degli squilibri economici, sociali e territoriali,
mentre il Consiglio Comunale ispira la propria azione al principio di
solidarietà (politica, economica e sociale), oltre che alla trasparenza.
Da quanto emerso nel racconto di Luigi Zampatti parrebbe che
l'amministrazione di Lovero abbia trascurato gravemente questi principi.
Per
chiedere il punto di vista dell'amministrazione di Lovero, è stato
sentito il Sindaco Annamaria Saligari che, dicendosi dispiaciuta per il
malessere creatosi, si è riservata il tempo di leggere la lettera e
rispondere in base al suo contenuto.
Per
contro il capogruppo di minoranza Dino Parravicini ha dichiarato: "Come
Consigliere del Comune di Lovero mi scuso con il diretto interessato in
quanto lo sfollamento non è venuto alla luce, probabilmente anche per
una mancata trasparenza e chiarezza da parte dell'amministrazione. Mi
impegnerò - ha concluso- per fare in modo che la situazione venga
risolta perché il cittadino, in questo momento, sta subendo un danno
enorme".
Marco Travaglia
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