24 luglio 2013 - È stato presentato oggi uno studio
elaborato dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia sul settore
dell’estetica e del benessere. Presenti il presidente di Confartigianato
Imprese Sondrio Gionni Gritti e il Presidente della Categoria
Parrucchieri ed Estetisti Paola Triangeli.
Gritti nel suo intervento ha sottolineato che “da anni le
associazioni chiedono un rafforzamento degli strumenti per contrastare
il fenomeno del sommerso e dell’abusivismo. Si tratta di fenomeni che
spesso possono contare su forme di consenso ma che di fatto si traducono
in una cultura dell’illegalità che alla lunga danneggia chi intende
rispettare la legge e le regole del mercato”.Le associazioni denunciano da anni la presenza diffusa di un fenomeno che colpisce molte attività artigiane e periodicamente gli studi e le analisi ne rimarcano anche l’evidenza numerica. Non è un caso che periodicamente le associazioni si attivano per azioni di sensibilizzazione su questa importante questione.
Paola Triangeli è entrata nel merito della ricerca. Dall’analisi emerge che il valore della produzione del comparto non pare abbia risentito della crisi nell’ultimo anno ma i numeri vanno letti e infatti non è tutto oro quello che luccica. Un fenomeno da sempre radicato è rappresentato dall’abusivismo; operatori invisibili che svolgono la propria attività in appartamenti privati oppure direttamente presso il domicilio del cliente. Un fenomeno che a causa della crisi appare in crescita.
Lo studio evidenzia che in Lombardia per ogni nove operatori regolari ne esiste uno abusivo e per quanto riguarda l’area della Provincia di Sondrio si stima che le attività abusive siano pari a circa il 10,8% delle attività lecite esattamente come la media regionale. Dal punto di vista del prodotto interno lordo su 30,4 milioni di euro fatturati dal comparto sul nostro territorio (con una spesa di quasi 400 euro per famiglia) circa 3,3 milioni scompaiono nelle casse delle imprese abusive con una media di 42,4 euro per famiglia.
«Nel settore in questi anni c’è stata una forte attenzione da parte del Fisco alla legittima lotta all’evasione, spesso anche con un’applicazione discutibile degli studi di settore, ma si è fatto poco o nulla per combattere uno dei nodi del comparto: le attività sommerse – ha dichiarato Paola Triangeli – eppure si tratta di un problema da affrontare con determinazione». In provincia di Sondrio gli occupati sono più di 800 (di questi più di 300 sono dipendenti) con quasi 400 imprese artigiane attive (318 acconciatori e 80 estetisti).
Occorre tutelare un settore che genera tanti posti di lavoro per il territorio – ha ribadito la presidente Triangeli - un comparto che rischia di essere messo in ginocchio da una concorrenza sleale. Oltre a un evidente danno per tutta la categoria, l’abusivismo e il sommerso in senso lato porta con sé anche rischi non trascurabili per la salute e l’igiene dei clienti. Chi ci dice che l’abusivo sterilizzi le attrezzature come prevede la legge? Che usi prodotti professionali e che sia davvero capace di fare il suo lavoro?”.
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