19 settembre 2013 - I contenuti del disegno di legge
Regionale sulla riorganizzazione del Sistema Socio Sanitario Lombardo,
predisposto dal Consigliere Regionale della Lega Fabio Rizzi e fatti
circolare in queste ore sollevano pesanti interrogativi sul futuro
della sanità in provincia di Sondrio.
Rizzi non è un Consigliere regionale tra i tanti, ma è il
Presidente della Commissione Sanità del Consiglio Regionale e
autorevole membro della maggioranza che guida la Regione. La sua proposta di riorganizzazione prevede, nel quadro di un ridisegno delle attuali ASL, l’istituzione in via sperimentale di un ASL della Montagna, ricomprendente il territorio della Valtellina e della Valcamonica, con sede ad Aprica e ricomprendente le Aziende Ospedaliere della Valtellina e Valchiavenna e della Valcamonica, che mantengono le proprie sedi.Al di là della fantasiosa ipotesi di una sede ASL ad Aprica, che risponde unicamente all’esigenza di non scontentare Valtellina e Valcamonica, è evidente che quanto sta maturando negli ambienti regionali porta ad espropriare la provincia di Sondrio dalla possibilità di programmare i servizi socio sanitari del proprio territorio, con buona pace della salvaguardia della Provincia.
Ci piacerebbe sapere, in proposito, cosa ne pensano il Presidente della provincia, l’Assessore con delega alla sanità, le forze politiche della maggioranza. Noi siamo sempre più convinti che la soluzione da sperimentare, se vogliamo salvaguardare i nostri servizi socio sanitari, sia l’istituzione in ambito provinciale di una Azienda Unica tra ASL e Azienda Ospedaliera, così come a livello regionale la riunificazione tra gli Assessorati alla sanità e alla Famiglia e solidarietà sociale. E’ puntando su una maggiore integrazione tra la rete dei servizi sul territorio, che vanno potenziati, e servizi forniti dai Presidi ospedalieri che si possono ottenere risultati anche in termini di migliore utilizzo delle risorse.
Su questa ipotesi chiediamo che sia chiamato a discutere il Tavolo Provinciale sulla riorganizzazione dei servizi, istituito dall’Amministrazione provinciale ma che da troppo tempo sembra aver fatto perdere le proprie tracce. Una discussione che coinvolgerebbe tutti i soggetti interessati e che può portare ad avanzare una proposta condivisa. Se davvero crediamo alla capacità di autogoverno e non vogliamo aspettare le decisioni che ci piovono sulla testa da Roma o da Milano, è l’ora di dimostrarlo con i fatti.
Le Segreterie provinciali
CGIL SPI CGIL FUNZIONE PUBBLICA CGIL
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