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lunedì 2 settembre 2013

MURALES IMBRATTATO CON SVASTICHE: "RISPONDIAMO CON UNA FESTA"

31 agosto 2013 - Lo scorso sabato notte il murales sul diritto ad amare realizzato dal Gruppo Arte Libera nel sottopassaggio della Stazione di Talamona, progetto proposto dal circolo culturale Arci Demos e realizzato con il sostegno del Comune di Talamona e di Arci Sondrio, è stato imbrattato.
Protetti dal buio, ignoti hanno cosparso di svastiche e croci celtiche i personaggi del murales, dedicandosi in particolar modo a quelli più distanti da come qualcuno pensa debba essere una coppia di innamorati. Non solo: i sedicenti fascisti, prendendo a modo loro posizione, hanno scritto anche alcuni insulti e brevi commenti. Hanno poi concluso l’opera in sala d’aspetto, dove hanno sporcato il muro con gli immancabili slogan razzisti. Ho scelto di scrivere questa lettera, appena ho avuto la garanzia che lo schifo sarà ripulito entro una settimana. Fin qui i fatti.
Concediamoci ora qualche riflessione. Potremmo relegare questo gesto a semplice vandalismo, solo l’ultimo di una serie di danni subiti dal nostro circolo nel corso della sua storia: adolescenti annoiati si armano di un pennarello dalla punta fine e chiedono alla notte di dar loro qualche brivido. Scriverne significa dare pubblicità, forse anche un motivo di vanto, qualcosa da raccontare al bar; se scegliamo di farlo, è perché crediamo che questo gesto chiami in causa, una volta di più, la nostra società. O meglio, la nostra idea di società.
Una società che il circolo Arci Demos non vuole immaginare ricattata dalla paura. Perché quello che questi eroi della notte ci urlano in faccia ha un nome preciso: xenofobia. La xenofobia è la profonda paura del diverso, è il terrore ancestrale che il mondo cambi, che il mondo si evolva in forme diverse; genera odio, crea violenza, innalza muri. È quel vaso di Pandora che la nomina del ministro Kyenge ha scoperchiato; gli attacchi che il ministro, a prescindere dalla sua effettiva attività legislativa, subisce e riceve ormai quotidianamente per l’unica colpa di essere nera, sono attacchi a noi e a tutti quelli che come noi pensano che l’odio, la violenza e i muri rappresentino risposte sbagliate alle domande che quest’epoca ci pone.
SCRITTE FASCISTE

Avere delle idee è legittimo, come lo è esprimerle, metterle sul tavolo, criticarle, cambiarle, abbandonarle. Noi abbiamo voluto farlo alla luce del Sole, dipingendo e firmando un’opera di tutti. Perché il murales è un’opera pubblica, realizzato e pagato da alcuni gruppi, non solo per raccontare un’idea, ma anche per abbellire il sottopassaggio, donargli un tocco di colore, addolcire qualche metro dei pendolari che ogni giorno ci passano. Rappresenta un buon esempio di quello che è un bene comune: prima del suo valore ideale, emerge il suo valore estetico, come appare evidente da un breve colpo d’occhio sul resto del sottopassaggio, completamente ricoperto da scritte, schizzi di bombolette, insulti, improbabili dichiarazioni d’amore. Sfregiarlo è una buona metafora: significa urlare istericamente che il sottopassaggio (e la società) non deve cambiare, deve rimanere sporco, brutto, buio, nero. In gioco, quindi, non ci sono semplicemente due idee politiche, ma due idee inconciliabili di quello che è la libertà d’espressione.
La xenofobia più autentica si esprime così: di notte, quando nessuno ti vede e puoi sentirti qualcuno, regalandoti qualche piccolo momento di espressione. Anche a noi piace molto la notte, ma la usiamo per altro. Perché noi crediamo, invece, che sia bello confrontarsi apertamente alla luce del Sole, senza temere chi la pensa diversamente, dibattendo, argomentando, offrendo spunti e cambiando idea, quando ci accorgiamo che abbiamo sbagliato.
La prevedibile obiezione a queste riflessioni è che si tratta solo di belle parole. Ma questa storia, proprio in un posto di confine come la Valtellina, continua, non si molla; la paura di notte, noi di giorno. Siamo abituati a rispondere coi fatti concreti. A questi gesti anonimi rispondiamo con la “Festa di Fine estate” del 14 e 15 settembre: scegliamo di invitare le persone a venire ai nostri eventi, a conoscere il nostro spazio, a suggerirci come possiamo renderlo sempre più accogliente, più aperto, migliore. In un certo senso, quest’atto ci lusinga ed inorgoglisce, in quanto ci fa pensare che stiamo facendo qualcosa di significativo, qualcosa di bello, qualcosa a cui ci si può opporre solo con il silenzio rassicurante del buio. Ed è proprio quello che, di concerto con chi ci ha dimostrato solidarietà e stima in questi giorni luminosi, in primis il Comune di Talamona, continueremo a fare.
Il presidente del circolo culturale Arci Demos, Simone Benazzo

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