“Voglio spiegarti le origini dell'Ateneo Salesiano qui, a Roma” mi disse il professore Remo Bracchi diversi anni or sono. “Se ti guardi attorno noterai la vastità del nostro Ateneo. Siamo a nord della Capitale, in una zona intensamente costruita. Devi sapere che prima della nostra venuta tutti i terreni, molti ettari, erano dedicati all'agricoltura. La proprietà: un signore dal nobile casato. Il proprietario donò agli eredi di don Bosco una grande fetta di terreno con l'obbligo della costruzione, su detto terreno, di un fabbricato da destinare a persone votate a Dio, salesiane, con la voglia di insegnare ai giovani provenienti da ogni parte del mondo”. Interrompo per un attimo il racconto di don Remo: “Quel nobile”, aggiungo, “ si è comportato da furbo come furbo è un certo professore proveniente da Piatta, nel bormiese, in Valtellina”. Prosegue il prof.: “Dopo la costruzione del nostro complesso i terreni del successore di Machiavelli, terreni confinanti con il nostro manufatto, sono stati acquistati da palazzinari e da privati. Non so quanti milioni, o miliardi, il novello Machiavelli si è portato a casa.”
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20 ottobre 2013. Vervio, paese natale di don Giuseppe Quadrio, salesiano che, se Dio vorrà, salirà agli alti altari. Ricorre il 50° anno dalla morte di don Quadrio, la chiesa del paese è zeppa, nella zona absidale prevale il bianco dei paramenti dei parroci. Celebrante una bella figura dal facile dire, che si scusa con i parrocchiani per un leggero ritardo nel suo arrivo dovuto al traffico incontrato da Torino alla Valtellina. Un nutrito e valido coro accompagna la S.Messa. Tra i parroci noto un religioso che definirei: santo vivente. E' don Valerio Modenesi che proprio quest'anno compie cinquant'anni di sacerdozio. Don Valerio è nipote di don Giuseppe Quadrio, ha trascorso vari anni a Tirano, dai superiori incaricato per seguire i giovani all'oratorio. I tiranesi lo ricordano con amore, con affetto. Una persona di una bontà, una modestia infinite. Alla S.Messa è seguito il pranzo preparato dai volontari, dagli abitanti dei paesi, dei Comuni della quasi partorita “Pieve del Mortirolo”(Grosotto, Mazzo, Tovo, Vervio, Lovero). Tavoli apparecchiati a Tovo, nella sala del Comune. Tra i cuochi un sardo, mia conoscenza di antica data, specialista nel soddisfare gli amici con la “porchetta” che fa cuocere appendendola, “in verticale”.
20 ottobre 2013. Vervio, paese natale di don Giuseppe Quadrio, salesiano che, se Dio vorrà, salirà agli alti altari. Ricorre il 50° anno dalla morte di don Quadrio, la chiesa del paese è zeppa, nella zona absidale prevale il bianco dei paramenti dei parroci. Celebrante una bella figura dal facile dire, che si scusa con i parrocchiani per un leggero ritardo nel suo arrivo dovuto al traffico incontrato da Torino alla Valtellina. Un nutrito e valido coro accompagna la S.Messa. Tra i parroci noto un religioso che definirei: santo vivente. E' don Valerio Modenesi che proprio quest'anno compie cinquant'anni di sacerdozio. Don Valerio è nipote di don Giuseppe Quadrio, ha trascorso vari anni a Tirano, dai superiori incaricato per seguire i giovani all'oratorio. I tiranesi lo ricordano con amore, con affetto. Una persona di una bontà, una modestia infinite. Alla S.Messa è seguito il pranzo preparato dai volontari, dagli abitanti dei paesi, dei Comuni della quasi partorita “Pieve del Mortirolo”(Grosotto, Mazzo, Tovo, Vervio, Lovero). Tavoli apparecchiati a Tovo, nella sala del Comune. Tra i cuochi un sardo, mia conoscenza di antica data, specialista nel soddisfare gli amici con la “porchetta” che fa cuocere appendendola, “in verticale”.
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Don Remo Bracchi, tra gli innumerevoli incarichi, ha anche quello di Vice Postulatore della Causa tendente alla santità di don Giuseppe Quadrio. Scherzando dico agli amici che la materia grigia contenuta nella capace testa di don Remo rischia di uscire dalla già volumetrica scatola cranica. Le sue “celluline grigie”, per dirla alla Poirot, sono sempre in movimento. Chi conosce bene il professore di Piatta sa che non ha mai un soldo in tasca, e che, per fortuna, non guida la macchina. Sarebbe un pericolo pubblico. Lo vedremmo al volante con lo sguardo fisso su un fiore di montagna, noncurante dei tornanti che, ad esempio, si susseguono nella salita dello Stelvio. Alla cultura assomma la furbizia nel convincere chiunque su quanto chiede. Ad esempio: ero presente a Roma con l'amico Guido, si trattava di decidere quale personalità, facente parte dei professori dell'Ateneo Salesiano, sarebbe stata disponibile per un lungo viaggio in Valtellina. Ogni anno, e da anni, nella ricorrenza dell'anniversario della scomparsa di don Giuseppe Quadrio immancabilmente convince un certo numero di colleghi. Molti anni or sono è riuscito a portare da noi il collega di insegnamento, il salesiano Bertone, colui che sino a ieri è stato il Segretario di Stato di Papa Francesco. Chiudo confermando che quanto scritto non è altro che la pura verità. Don Remo, un forte abbraccio.
Don Remo Bracchi, tra gli innumerevoli incarichi, ha anche quello di Vice Postulatore della Causa tendente alla santità di don Giuseppe Quadrio. Scherzando dico agli amici che la materia grigia contenuta nella capace testa di don Remo rischia di uscire dalla già volumetrica scatola cranica. Le sue “celluline grigie”, per dirla alla Poirot, sono sempre in movimento. Chi conosce bene il professore di Piatta sa che non ha mai un soldo in tasca, e che, per fortuna, non guida la macchina. Sarebbe un pericolo pubblico. Lo vedremmo al volante con lo sguardo fisso su un fiore di montagna, noncurante dei tornanti che, ad esempio, si susseguono nella salita dello Stelvio. Alla cultura assomma la furbizia nel convincere chiunque su quanto chiede. Ad esempio: ero presente a Roma con l'amico Guido, si trattava di decidere quale personalità, facente parte dei professori dell'Ateneo Salesiano, sarebbe stata disponibile per un lungo viaggio in Valtellina. Ogni anno, e da anni, nella ricorrenza dell'anniversario della scomparsa di don Giuseppe Quadrio immancabilmente convince un certo numero di colleghi. Molti anni or sono è riuscito a portare da noi il collega di insegnamento, il salesiano Bertone, colui che sino a ieri è stato il Segretario di Stato di Papa Francesco. Chiudo confermando che quanto scritto non è altro che la pura verità. Don Remo, un forte abbraccio.
Giancarlo Bettini
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