2 ottobre 2013 - Si è chiusa domenica a Tirano, con
successo, la tre giorni del vino sforzato. Il ringraziamento è
d'obbligo, ringraziamento rivolto a coloro che hanno ideato e realizzato
la manifestazione. (Di Giancarlo Bettini)
Nel terzo giorno della sagra il tempo non ci è stato
amico, la pioggia ha parzialmente guastato la manifestazione. Ho avuto
il piacere di vedere, per la terza volta, il lungometraggio nato dalla
mente di un Maestro del cinema, dall'autore del film “L'albero degli
zoccoli”, Ermanno Olmi. Il lungometraggio, “Le rupi del vino”, è
interamente dedicato ai nostri vigneti e la proiezione in Piazza Cavour,
sul maxi schermo, ha chiuso la tre giorni abduana. Tirano, parlando di
turismo, sta decisamente migliorando. Potrei dire che l'alfa della
città la troviamo nei palazzi che sorgono nel centro storico e che
l'omega, ad oggi, è certamente da assegnare a quel gioiello elvetico
che, iniziando da noi, si arrampica sul Bernina e che in poche ore
porta a S.Moritz. E' il “trenino rosso” che i responsabili dell'Unesco,
da poco tempo, hanno ritenuto giusto annoverare tra i loro tesori
mondiali. Dopo questa doverosa premessa sul recente passato desidererei
oggi noleggiare un elicottero per poter vedere, come Olmi ne “Le rupi
del vino” le nostre valli da una certa quota. Olmi ha immortalato la
nostra “viticoltura eroica”. Chi scrive desidera ampliare lo sguardo
per esternare quanto pensa sui nostri prati in quota e sui nostri
boschi. Problemi da risolvere. Come? Lo suggerirò più avanti.°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Ho portato l'estate, per molti anni, la numerosa famiglia a Livigno. Agli inizi delle nostre vacanze la località nel Piccolo Tibet, dal lato turistico, era ancora sconosciuta.
Oggi Livigno, a mio parere, può essere paragonata alle stazioni della vicina Engadina. In tempi meno lontani le vacanze estive le abbiamo trascorse in Val di Fassa ed in Alta Val Badia, tra le Dolomiti, tra le montagne che, come la Ferrovia Retica, l'Unesco ha voluto accogliere nel suo grembo.
A questo punto il lettore penserà: Perchè l'autore del pezzo ha voluto titolare “I prati in quota e i boschi in Valtellina e Valchiavenna”? Il motivo è il seguente. Amo la mia valle e vorrei che i responsabili delle Istituzioni regionali prestassero più attenzione, appunto, ai prati in quota ed ai boschi nostri. Per una più facile lettura separerei, nello scrivere, i due problemi.
I PRATI IN QUOTA
Cosa colpisce, subito, il turista che trascorre le vacanze sulle Dolomiti? Il verde dei prati coltivati o dei pascoli, verde che giunge ad alta quota, a contatto con la verticalità delle sovrastanti rocce. Rocce dal caldo colore che incantano il turista “in sul calar del sole”. Noi la dolomia l'abbiamo in pochi luoghi, ma le nostre cime non hanno nulla da invidiare rispetto a quelle dell'Alto Adige. Dove sta il problema? Nel dimenticato taglio dell'erba nei prati e nei pascoli. Non c'è nulla di più negativo, di più deprimente, del vedere prati e pascoli in quota lasciati incolti. L'agricoltura di montagna oggi vive solamente negli alpeggi, nei maggenghi, ed anche questa la potremmo chiamare “agricoltura eroica”. Come intervenire? Noi non abbiamo i denari pubblici della Regione autonoma del Trentino e dell'Alto Adige, denari in parte versati anche da noi per loro tramite Roma. I proprietari dei prati in quota della provincia più non falciano perchè molte stalle in fondo valle sono vuote e quindi il fieno non è più richiesto. Come fare, come intervenire? La soluzione è unica: le Istituzioni regionali dovrebbero intervenire con finanziamenti per fare in modo che chi falcia eviti la morte per fame. Più avanti dirò altro sul problema.
I BOSCHI
E' d'obbligo riportare che la casistica va scissa, praticare una dicotomia tra i boschi di proprietà dei Comuni e quelli di proprietà privata. Per i primi esistono consorzi pubblici. Il più importante tra questi è il Consorzio Forestale Alta Valle che partendo da Sondalo sale verso Bormio, interessa la Valdidentro, la Valfurva e Livigno. Detti Consorzi ricevono denari pubblici. Per i boschi di proprietà privata, che sono in maggioranza in provincia, le cose vanno meno bene. Per anni i politici se ne sono fregati e forse abbiamo già perso gran parte del patrimonio. Un patrimonio enorme che i politici attaccati alla sedia romana hanno giudicato poco fruttifero per le continue variazioni dei governi. Da qualche anno alcune persone lungimiranti hanno iniziato ad affrontare un compito difficile: avvicinare gradualmente i proprietari per renderli edotti delle possibilità che hanno e del reddito del bosco e del sottobosco. Alcuni risultati sono già stati raggiunti, ma i politici regionali e provinciali dovrebbero interessarsi, aprire una scuola per istruire i giovani, far loro capire che abbiamo una ricchezza in casa nostra, una miniera che, a breve, porterà frutti.
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Ad un amico esterno il mio pensiero politico: “Sono un vecchio simpatizzante della Lega Nord, ma non ho alcuna tessera. La mia Capitale non è Roma, ma Milano. Roma per me è un punto geografico, una città da visitare per le bellezze infinite, ma poi sento il richiamo del nord”. L'amico sorridendo risponde “Come la pensi lo sanno anche i sassi, i lettori sanno anche che tendi al raggiungimento della macro Regione: Piemonte, Lombardia, Veneto come ideato da Miglio”.
Da lombardo stimo il Governatore della nostra Regione e Segretario Nazionale Roberto Maroni. Per cercare di risolvere, ad esempio, i problemi sopra descritti e cioè quelli dello sfalcio dell'erba dei prati in quota e del taglio dei boschi, non posso che rivolgermi a colui che siede nello scranno più alto al Palazzo Lombardia. Vedo l'amico sorridere, leggo nei suoi pensieri “ Con la crisi attuale ti sei chiesto dove può prendere i denari il tuo protetto?”. Risposta “ Ti ho detto che per me la capitale è Milano. Durante la campagna elettorale per il rinnovo dei vertici della Regione Lombardia Maroni ha promesso che in futuro il Pirellone terrà il 75% delle tasse. Allora tutto cambierà. Il compito sarà difficile, come difficile sarà soddisfare il desiderio di Miglio. Comunque chi vivrà vedrà. L'importante è tendere alla lontananza dalla città della dolce vita, dai palazzi zeppi di coccodrilli che piangono dopo aver mangiato.
Giancarlo Bettini
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