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mercoledì 27 novembre 2013

PARTITO DEMOCRATICO A FAVORE DELLA FUSIONE DEI COMUNI

26 novembre 2013 - Dopo i Sindacati, anche il Partito Democratico della provincia di Sondrio si schiera a favore della fusione dei Comuni di Grosotto, Mazzo, Lovero, Tovo Sant’Agata, Vervio da uan parte e Chiavenna, Gordona, Menarola, Mese, Prata Camportaccio in Valchiavenna, dall'altra.
PARTITO DEMOCRATICO A FAVORE DELLA FUSIONE DEI COMUNI
Salvatore Ambrosi
Domenica 1 dicembre i cittadini residenti in dieci comuni della nostra provincia: Chiavenna, Gordona, Menarola, Mese, Prata Camportaccio in Valchiavenna, Grosotto, Mazzo, Lovero, Tovo Sant’Agata, Vervio in Valtellina saranno chiamati a votare per il referendum consultivo sull’accorpamento dei Comuni. Si tratta di una novità importante, di un percorso democratico che a prescindere dalle singole opinioni va valorizzato con la partecipazione.
La provincia di Sondrio per la prima volta, dopo tanti progetti finiti nel nulla, chiama i cittadini ad esprimersi su un cambiamento nell’assetto delle autonomie locali. Da tempo si discute sulla necessità di un riordino istituzionale, ma i 78 Comuni, le 5 Comunità montane, il B.I.M. restano da decenni una realtà immutata, nonostante nel frattempo il legislatore sia intervenuto per cambiare il quadro normativo anche a seguito della grave crisi economico-finanziaria, imponendo agli enti locali di ripensare profondamente se stessi attraverso percorsi di razionalizzazione.
Per questo il Partito Democratico ritiene che i referendum siano di grande interesse: possono rappresentare l’inizio di un cambiamento che pone al centro il cittadino come soggetto al quale erogare servizi di sempre maggiore qualità. L'armonizzazione delle politiche e la possibilità di regolamentare ed erogare su area più vasta i servizi locali non devono essere percepiti quindi dai cittadini come una svantaggiosa perdita di autonomia, ma piuttosto come un'opportunità di miglioramento della qualità dei servizi. Senza contare che la riorganizzazione degli uffici con principi di semplificazione e di
efficienza dovrebbe consentire la valorizzazione del personale pur in un quadro di contenimento dei costi.
Aspettare per poi lamentarsi che sia la legge il 1° di gennaio 2014 ad intervenire non sarebbe  il modo migliore per difendere le nostre comunità locali. A prescindere dall’esito dei referendum, dal prossimo anno nei Comuni sotto i 1000 abitanti non ci sarà più la giunta, ma solo il sindaco e in quelli fino a 3000 abitanti potranno esserci solo due assessori scelti tra i sei consiglieri e, sempre nei Comuni sotto i 3000 abitanti, sarà obbligatorio realizzare la gestione associata di tutti i servizi.
Sappiamo bene quanto sia radicato, nel nostro territorio, l’attaccamento ai paesi, la difesa delle specificità, delle proprie radici. La storia di ogni singolo nucleo va difesa, così come gli aspetti culturali, ma questi importanti valori non devono essere usati come pretesto per non affrontare i problemi dell'organizzazione delle comunità locali, anche nelle dimensioni amministrative, con il fine principale di potere continuare a erogare servizi fondamentali e di qualità alle famiglie.
A tutto questo va aggiunto che i nuovi Comuni, qualora il referendum avesse un esito positivo, riceveranno una somma aggiuntiva di trasferimenti del 20% rispetto a quelli percepiti nel 2010 (circa 600mila € in Valchiavenna e 300mila € per il Tiranese) e saranno svincolati dal “Patto di stabilità” per almeno tre anni: importanti risorse economiche da investire creando occupazione in un momento di crisi come quello attuale. Certamente tutto questo non può essere scambiato per una risoluzione di tutti i problemi delle amministrazioni locali, ma solo un primo passo verso un percorso che le norme di legge comunque renderanno per molti pressoché obbligatorio.

In questo quadro il PD rimarca la mancanza della Provincia che, pur stimolata a più riprese anche attraverso i documenti dei consiglieri provinciali del PD, non è stata capace di esercitare il ruolo di coordinamento prima, e di sintesi poi, che avrebbe potuto condurre, già con la scadenza del 1° dicembre, ad una riorganizzazione più estesa e più partecipata. Così come si rimarca l’assordante silenzio del Presidente Sertori e delle forze politiche della maggioranza che governano sia la Provincia che la Regione Lombardia.
Ci corre l'obbligo di esprimere altresì piena ed incondizionata solidarietà agli amministratori del Comune di Gordona per i gesti intimidatori e minacciosi perpetrati nei loro confronti solo per aver avviato un dibattito democratico su un tema, importante e centrale per la nostra comunità, come quello dell'accorpamento dei comuni.
IL SEGRETARIO PROVINCIALE
Salvatore Ambrosi

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