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giovedì 26 dicembre 2013

LE PAROLE DI UNA VOLTA: Augurare, "Angurà"

L'abitudine di oggi è di augurare Buon anno, Buon Natale, Buona Pasqua, Buon compleanno, e così via. La parola "augurare" è di origine latina così come il sostantivo derivato "auguri". (Di Giac)
In due altre lingue europee importanti come il francese e l'inglese si usano rispettivamente "souhaiter" e "to wish", parole che hanno poco a che fare con la parola italiana: rispettivamente "souhaiter", una parola germanica latinizzata, e in Inglese "wish", che dovrebbe corrispondere a "desiderare".
Nel mio dialetto è ora in uso una parola presa a prestito dall'italiano "augurà" e per auguri in pratica, la parola italiana, "auguri". Esisteva, mi ricordo, anche il verbo "angurà", con il "marchio" dell "u lombarda", ma ormai è dimenticata. Consultando alcuni dizionari dialettali del Nord Italia mi sono reso conto che il verbo augurare, nel dialetto veneziano, diventa "auguràr" già verso il 1850; però l'autore di questo dizionario, Giuseppe Boerio, suggerisce, come altro uso, "ingurèr". Camillo Brero nel suo vocabolario piemontese bilingue registra invece "auguré".
E' possibile dunque che in molti dialetti del Nord il verbo augurare sia derivato dall'Italiano, sia nell'uso più antico che in quello più recente. In ogni caso, sono convinto che l'idea di fare gli auguri sia qualcosa di piuttosto recente che viene da un cambiamento di mentalità e come conseguenza un'evoluzione dei rapporti personali: abitudini di vita nuove si affermano probabilmente, già a partire dalla seconda metà dell'Ottocento nel nord Italia. Nello stesso tempo comincia anche l'influenza dell'Italiano nei confronti dei dialetti regionali. Tanto che l'italianizzazione delle lingue locali è fenomeno è ormai molto evidente nei dialetti contemporanei.
Questo rende problematica la sopravvivenza degli stessi dialetti. L'evoluzione di una lingua molto spesso viene all'interno di una determinata regione, ma può essere provocato anche dall'esterno, ad esempio nel caso di un'invasione: quando i Longobardi invasero l'Italia, proclamando un loro regno, automaticamente cambiarono, evolvendosi, seppure lentamente, anche le lingue di origine latina che si parlavanono in molte parti d'Italia. Insomma si può ben dire che le parole di una lingua o di un dialetto portano il "marchio" della storia di una regione o di un paese in cui sono parlate. Il discorso sarebbe lungo, non lo posso fare, poiché con queste note, io mi limito a parlare solamente di qualche parola.
Giac

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