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mercoledì 22 gennaio 2014

BOOM DI RICHIESTE PER LAVORARE IN ALPEGGIO: "SERVE UNA SCUOLA"

21 gennaio 2014 - In tutto il 2013 il sito Ruralpini.it ha ricevuto, comprese domande transitate dal sito amamont, 110 richieste da ragazzi e ragazze (a volte minorenni, a volte cinquantenni) desiderosi di avvicinarsi alla vita d'alpeggio.

Quest'anno al 20 gennaio 2014 siamo già a 51 richieste. Un boom non solo di domanda di "lavoro in agricoltura" in generale, ma anche di lavoro in montagna. E' così vero allora che i ragazzi scansano il lavoro manuale? Che solo gli stranieri sono disponibili per molti lavori? Parrebbe proprio di no. Dal 2009 l'Associazione transfrontaliera Amamont (Amici degli alpeggi e della montagna www.amamont.eu) con la collaborazione del sito Ruralpini (www.ruralpini.it) di Michele Corti e del blog "Pascolo vagante" (pascolovagante.wordpress.com) di Marzia Verona, ha avviato un servizio di "bacheca virtuale" per favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro e "aiuto" in alpeggio.
Al di là del facilitare la collocazione di personale già esperto ("i pastori" professionisti) questo servizio mirava (e mira tutt'ora) a consentire a ragazzi (più o meno giovani) di rendersi utili svolgendo quelle attività che un tempo erano appannaggio di giovanissimi "pastorelli". Il grosso ostacolo che ha incontrato l'esperienza dei "Ragazzi in alpeggio", proposta sin dalla stagione 2009, è consistito nella totale mancanza di esperienza, ma anche di manualità e senso pratico, di molti (troppi) ragazzi usciti dalle scuole e vissuti lontano dall'esperienza agricola (e del lavoro manuale in generale).
Quest'anno, come accennato, vi è un boom di richieste. Perché questo incremento? In parte dipende dall'aver aperto anche una pagina Facebook ("ragazzi che vogliono lavorare in montagna"), in parte perché i media continuano a trasmettere il messaggio che: "solo l'agricoltura da lavoro ai giovani". Un messaggio a volte un po' fuorviante, ma che fa presa.
A fronte di tutte le richieste in arrivo diventa però sempre più pressante l'esigenza di allestire una "scuola pratica" di montagna, allestita in un contesto in cui i maestri (pastori e casari esperti) possano dedicare una parte importante del tempo agli apprendisti. La selezione attraverso un'esperienza formativa di questo tipo (con pochissima teoria, molta pratica) può consentire di "scremare" chi si avvicina alla realtà della montagna spinto solo o principalmente da motivazioni un po' romantiche e modaiole, motivazioni che non reggono al primo impatto con i ritmi severi della vita in alpe (la sveglia è molto anticipata rispetto alla caserma tanto per cominciare).
Il vantaggio di questa "nave scuola" ("alpeggio scuola") - per il quale si è alla ricerca di sponsor pubblici e privati - consisterebbe nel poter segnalare agli alpeggiatori ragazzi che hanno già appreso i rudimenti e che hanno superato l'impatto con la vita dell'alpeggio reale (diversa da quella dell'alpeggio visitato in giornate di sole da turisti). Un vantaggio sostanziale che "fluidificherebbe" di molto l'incontro di domande e offerte. L'appello è lanciato.

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