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lunedì 6 gennaio 2014

C'ERA UNA VOLTA LA VALMALENCO

5 gennaio 2014 - Lettera al geologo Michele Comi, malenco doc. (Di Giancarlo Bettini)
C'ERA UNA VOLTA LA VALMALENCO
Valmalenco, lago Palù
Caro Michele, da quanto ho letto tu sei l'unico “malenco” che, inutilmente, ti sei dato da fare per salvare la tua valle dall'assalto dei morti di fame, in altre parole di quei bipedi in cerca di facili guadagni che hanno rovinato e stanno ancora rovinando la tua valle. Tu sei l'unico malenco che ha il cervello a tre dimensioni. Più avanti te ne spiegherò il motivo. Desidero oggi essere il più sincero possibile e non risparmierò soggettivi ed aggettivi che a molti daranno fastidio.
I primi ignoranti sono stati quelli che, anni or sono, hanno varato la legge sui cosiddetti “piccoli salti”. Bipedi che sedevano sugli scranni del parlamento italiano, nella città della dolce vita. Tutti sappiamo che la provincia di Sondrio fornisce l'energia elettrica a buona parte di Milano e non solo. La valle ha modificato aspetto e l'acqua dei fiumi Adda e Mera, per buona parte del loro tragitto, è stata incanalata in tubazioni e sfruttata continuamente.
Ma questo furto ai bipedi romani non è bastato. Rimanevano i pochi torrenti non captati da fameliche bocche. Così questi morti di fame hanno varato una legge che permetteva anche ad altri morti di fame (Privati, Regione, Provincia, Comuni) di guadagnare milioni. Molti torrenti sono stati prosciugati, o quasi, in tutta la provincia. Quando è stata realizzata la presa per la captazione del torrente a valle di Chiareggio, in Valmalenco, ho fatto un sopralluogo ed al ritorno ho scritto un articolo su quanto visto, un assassinio ambientale. La pineta di Chiareggio era stata rovinata non dalla presa d'acqua, ma dalla costruzione della strada di accesso al cantiere, una sacrilega autostrada!
Nello scritto avevo sottolineato il fatto di aver permesso lo scempio anche da parte della Forestale. Ma la Forestale non aveva avuto colpe perché gli ordini erano venuti dall'alto. Mi sono permesso però di descrivere la mia rabbia e di aggiungere la seguente frase: “Dopo quanto ho visto non si permettano più i forestali, o gli ambientalisti, di multare qualche povero contadino per l'abbattimento di un albero di sua proprietà senza il permesso di qualcuno”. Infatti la pazzia politica ed amministrativa aveva dichiarato l'”autostrada” totalmente regolare!!!
In questi giorni i giornali locali si lamentano per il poco interesse dei cittadini sulle nuove derivazioni in corso. Qualche Sindaco cerca di difendersi. Chi scrive non se la sente di perdonare qualcuno. Sono stati e sono tutti gli Amministratori degli incapaci, dei venduti, non all'altezza delle cariche che hanno ricoperto e ricoprono. Dovrebbero, per dignità, dare tutti le dimissioni e recitare il “mea culpa, mea massima culpa”. Questo è il mio pensiero, caro Michele. Non mi meraviglierei di leggere in futuro che qualcuno, con la testa sulle spalle, avrà fatto saltare qualche opera per ridare alla valle il suo aspetto naturale.
Per ultimare, caro Michele, ti spiego il motivo per il quale ti considero l'unico malenco ad avere un cervello a tre dimensioni. Tutti gli altri tuoi valligiani lo hanno a due dimensioni: larghezza ed altezza. Manca loro la profondità, dimensione indispensabile oggi in tutti i campi nel XXI secolo. Non c'è bisogno di scomodare Einstein. La terza dimensione richiesta nel cervello dei valtellinesi, non solo nei malenchi, consiste nel comprendere che ciò che proviene da Roma è da combattere. Vedi la ventilata abolizione della Provincia di Sondrio.
Giancarlo Bettini

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