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venerdì 10 gennaio 2014

MODI DI DIRE: "L’è ün che ‘l schìscia fò ‘l gràs dai pölèch"

La rubrica, a cura di Ezio Maifrè, per capire i modi di dire dialettali, grazie alla spiegazione e ad un racconto specifico.
MODI DI DIRE: "L’è ün che ‘l schìscia fò ‘l gràs dai pölèch"
Fonte: wikipedia.org
Questa rubrica settimanale dei "modi di dire", nel contesto del racconto, ha lo scopo di rammentare in gergo dialettale una espressione e non si riferisce a fatti e a persone.
Battista aveva fatto la scoperta per puro caso. Erano i tempi del fascismo, della guerra in Etiopia. Molte donne nella “ giornata della fede “ avevano donato le loro fedi nuziali in oro al fine di sostenere le spese della guerra e far fronte alle difficoltà delle sanzioni inflitte all’Italia . In cambio delle fedi in oro donate il regime donava delle fedi di ferro. Era un sacrificio per la Patria e molti lo fecero volentieri. Oltre questo sacrificio v’era poi quello molto più comune: quello delle privazioni di molti beni e persino del cibo che scarseggiava. Le economie delle famiglie erano molte volte pesanti. La famiglia di Battista muratore era tra queste. Sacrifici sopra sacrifici, giorno dopo giorno ,l’avevano ormai ridotto a cercare ogni espediente per sbarcare il lunario. Ma si sa, la necessità genera molte volte virtù. Ecco perché ebbe modo di fare la sua scoperta e di diventare molto noto nel suo paese. Aveva scoperto un grasso talmente fine, leggero, odoroso che più non si può. Da un vasetto di circa un chilo di pulci aveva ricavato un etto di grasso. Con pazienza certosina aveva raccolto le pulci che infestavano le lenzuola del sue letto matrimoniale e di quelle dei suoi figli. Il lavoro era durato quasi un anno ed ora il vasetto era pieno . Con pazienza infinita , ad una ad una , con i pollici delle mani le aveva spremute e aveva raccolto circa un etto di grasso. Il grasso delle pulci, per chi non lo sa, è ottimo e serve per ungere i capelli forse meglio della brillantina e soprattutto scarpe e stivali.
Nel ’35, come tutti noi ben sappiamo, per i gerarchi fascisti era prestigio essere perfetti nell’uniforme.
Petto in fuori, divisa nera, capelli lisci e ben tirati e soprattutto stivaloni lucidissimi e ben curati.
Battista, nella “ giornata della fede “ che si era tenuta in Municipio, si era presentato con la moglie e dopo aver donato le fedi nuziali e ricevuto quelle in ferro, fece il saluto fascista al gerarca che presiedeva la cerimonia: due passi in avanti, gambe unite, alzata di mano e un battere secco di tacchi di stivali tra loro.
Il gerarca fece lo stesso, ma guardando gli stivali di Battista ebbe un sussulto. Incredibile! Gli stivaloni di Battista luccicavano sotto il grande lampadario come una meteora, mentre quelli del Gerarca fascista erano scialbi come la tonaca frusta di un prete di campagna. Guardò in modo altero Battista in viso e vide i suoi capelli neri lisci e lucidi più della sua camicia nera. Il gerarca con il petto in fuori dritto vicino alla grande padana della cerimonia disse: “ Compagno, ditemi il vostro nome !”. Mi chiamo Battista Méngu. Viva il Duce !” rispose fiero battendo di nuovo i tacchi degli stivali. Il gerarca continuò “ sono fiero di voi, avete donato la fede in oro per la Patria e la Patria vi sarà riconoscente in eterno “ . Poi guardando gli stivali e i capelli lucidi di Battista disse: “ Vi debbo parlare a cerimonia finita. Aspettatemi in cortile “ . Finita la lunga cerimonia il gerarca scese in cortile e vide Battista che l’aspettava. Lo trasse in un angolo poi gli disse “ Compagno, i vostri stivali e i vostri capelli luccicano più dei miei. Io sono un gerarca fascista e nessuno si può presentare , in questa città, più curato e ben messo di me. Dovete dirmi cosa avete adoperato per rendere così lucidi i vostri stivali e lisci e neri i vostri capelli !! Battista tirò un sospiro di sollievo poiché si aspettava ben altro e disse ”Compagno Gerarca, ho usato “ gras de pölech“.
La nostra famiglia a causa delle ristrettezze economiche per l’aiuto alla causa fascista ha scoperto che dalla pulci grasse, con infinita pazienza, schiacciandole si può ottenere un ottimo grasso che serve a tanti usi. Io l’ho usato per lucidare i miei stivali e come brillantina per tener fermi i capelli “ . Il gerarca ribatté fiero: “ Compagno dammene mezzo chilo , lo invierò personalmente al Duce. A noi “ E se ne andò. All’indomani Battista consegnò metà vasetto di “gras de pölèch “ al gerarca che a sua volta lo consegnò personalmente al Duce riferendo le eccellenti proprietà di grasso per gli stivali. Battista divenne famoso e sulla bocca di tutti quando nel ’38 in un filmato Luce vide il Duce alla stazione Ostiense di Roma ricevere il Führer nel suo storico viaggio dal Brennero a Roma. Gli stivali del Duce erano stati lucidati con il “ gras de pölèch “ di Battista e luccicavano più di quelli del Führer che se ne accorse e al momento non disse nulla. Rientrato in Germania la sua polizia segreta indagò , ma non venne mai a sapere , il segreto di quegli stivali lucidissimi del Duce. Battista seppe mantenere il suo segreto e solo negli anni ’50 lo rivelò a me.
Ezio Maifrè

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