Il paese interessato alla vicenda è Lottano, frazione di Prata Camportaccio in Valchiavenna.
Il fatto ha come protagonista una piccola colonia felina costituita da 4 gatti randagi, una mamma con i suoi due cuccioli e un altro gatto adulto, che hanno vissuto sino al tragico epilogo della vicenda lungo il tratto della strada carrozzabile accuditi da alcune persone del paese per circa 3 anni.
Improvvisamente il gatto adulto, la mamma ed uno dei suoi due cuccioli a metà novembre 2013 scompaiono. Da allora non sono stati più ritrovati.
Il fatto ha come protagonista una piccola colonia felina costituita da 4 gatti randagi, una mamma con i suoi due cuccioli e un altro gatto adulto, che hanno vissuto sino al tragico epilogo della vicenda lungo il tratto della strada carrozzabile accuditi da alcune persone del paese per circa 3 anni.
Improvvisamente il gatto adulto, la mamma ed uno dei suoi due cuccioli a metà novembre 2013 scompaiono. Da allora non sono stati più ritrovati.
Era rimasto solo il secondo piccolo, ancora più amorevolmente curato da quelle persone.
Sino a quando scompare anche lui. Alla piccola colonia felina, che come ogni colonia è tutelata per legge, in barba alla legge, alle normative, agli obblighi e ai doveri è stata posta la parola fine. Perché parlare di procurata fine della piccola colonia felina?
Sino a quando scompare anche lui. Alla piccola colonia felina, che come ogni colonia è tutelata per legge, in barba alla legge, alle normative, agli obblighi e ai doveri è stata posta la parola fine. Perché parlare di procurata fine della piccola colonia felina?
Perché un giorno di fine novembre 2013 l’unico gattino rimasto, penosamente è ritornato al solito posto, da quelle persone che hanno gioito alla sua vista, ma che sono inno ridite quando lo hanno guardato meglio. Il musetto era tutto insanguinato, il sangue era oramai scuro e rappreso, il pelo incrostato di fango, di sangue, di materia. Materia fuoriuscita dalla orbita sinistra vuota. Raccapricciante per i soccorritori la visione dell’occhio, oramai rinsecchito, penzoloni fuori dalla sua orbita.
E la testimonianza della volontà di ignoti di uccidere, è il proiettile estratto da sotto il collo del gattino e custodito da coloro che lo hanno in cura. Proiettile catalogato da un esperto come proveniente da fucile ad aria compressa.
E la testimonianza della volontà di ignoti di uccidere, è il proiettile estratto da sotto il collo del gattino e custodito da coloro che lo hanno in cura. Proiettile catalogato da un esperto come proveniente da fucile ad aria compressa.
Non vogliamo dilungarci nellìesposizione degli articoli e comma di legge che stabiliscono che ”chiunque per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni.” Non vogliamo nemmeno, fare della dottrina, che peraltro sarebbe doverosa, parlando di “animalicidio”, neologismo utilizzato nel Codice di Procedura Penale a sottolineare il parallelo realizzato dal legislatore tra questa attività delittuosa, l’uccisione di animali, e l’omicidio, uccisione di umano.
Di fronte a questo elevato grado di inciviltà, di arretratezza culturale e morale, di fronte a questi poveri piccoli uomini, che hanno bisogno di una arma per sentirsi qualcuno e la rivolgono verso i più indifesi, i più deboli, i più soli, che sono gli animali, di fronte a tutto questo, non possiamo che manifestare oltre allo sdegno e alla rabbia anche la pena e la commiserazione per quelle povere figure umane ree di tanta crudeltà. Proviamo pena per loro perché schiavi di una errata visione del rapporto con gli altri esseri viventi tramandata nei secoli e che solo dalla ignoranza trae linfa per generarsi.
LAV Sondrio
lav.sondrio@lav.it
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Il proiettile che ha colpito il gatto
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