A pochi mesi da una tornata elettorale che coinvolgerà la grande maggioranza dei Comuni di Valtellina e Valchiavenna, e mentre è in discussione al Senato il decreto Delrio che modificherà il ruolo istituzionale delle province, la Presidente di Confindustria Sondrio, Cristina Galbusera, apre il dibattito su un tema troppo spesso affrontato in modo superficiale.
“Ci vuole maggiore consapevolezza, anche da parte della cittadinanza. I tempi sono cambiati e se non vogliamo scomparire dobbiamo muoverci prima degli altri. Ireferendum sulle fusioni comunali dello scorso dicembre erano una bella opportunità per fare un primo passo nella giusta direzione, ma sono stati sonoramente bocciati: un brutto segnale” – prosegue Galbusera.
I Sindaci che in prima persona guidano lo scuolabus ed eseguono le riparazioni sono encomiabili, ma non più al passo con i tempi. Servono invece Comuni più grandi per attrarre maggiori risorse pubbliche, offrire a famiglie e imprese servizi di maggiore qualità, avere funzionari più competenti e amministratori capaci di progettare il futuro del territorio, non solo di gestire l’ordinario.
Anche sulla riforma Delrio non c’è un dibattito reale. Si vuole giustamente che la Provincia di Sondrio rimanga, ma al di fuori degli addetti ai lavori non c’è un vero confronto su responsabilità e competenze delle istituzioni locali, né proposte concrete su come approfittare dello speciale trattamento riservato alle province montane di Sondrio e Belluno. Si va (forse) verso un nuovo assetto pieno di incognite, dove la Valtellina rischia di rimanere schiacciata tra una Regione Lombardia troppo grande per poter dialogare alla pari e Comuni troppo piccoli per far sentire la propria voce.
Il Governo si sta affannando per convertire in legge il decreto Delrio, ma non è stato in grado di concepire un disegno organico di riforma delle autonomie locali che incidesse da un lato sulle Regioni, che hanno ormai troppo potere e sono in perenne conflitto con lo Stato sulle materie concorrenti, e dall’altro sui Comuni, che non hanno capacità e risorse sufficienti per riformarsi da soli.
Negli anni recenti in Valtellina sono stati compiuti passi avanti significativi, come l’incremento dei contributi derivanti dal demanio idrico e l’apertura della nuova SS38, ma non è sufficiente. “Dobbiamo organizzarci per diventare protagonisti dei cambiamenti in atto ed evitare di subirli. In vista delle prossime elezioni amministrative auspichiamo un dibattito vivace e costruttivo anche e soprattutto su questi temi” – conclude Galbusera.
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