Tra gli amici che, forse, non si sono stancati ancora di me ne annovero due. Due che appartengono ad un Lyon sondriese: Alberto Frizziero e Guido Visini. Anni or sono, Presidente pro tempore dell’Associazione era l’amico Guido. Guido mi ha invitato a partecipare ad una loro gita a Venezia, gita della durata di alcuni giorni. Dopo la visita ad una mostra del Canaletto abbiamo passeggiato tra i calli, attraversato numerosi ponticelli della citta nata sulle palafitte.
Il giorno successivo era riservato alla laguna, da Venezia a Chioggia dove il chioggiotto Frizziero ha avuto i natali. Il già Sindaco di Sondrio ci ha portato all’esterno della sua casa natale e, fotografato a richiesta, è stato immortalato mentre baciava i muri della sua vecchia dimora. Con il vaporetto ci siamo fermati all’isola degli Armeni e qui il responsabile dell’insediamento veneto ci ha narrato l’eccidio avvenuto per opera dei turchi. Negli occhi del relatore abbiamo visto l’odio armeno nei confronti degli assassini, la voglia di libertà di un popolo.
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Si è chiuso da alcuni giorni il referendum popolare nel veneto, referendum tendente a “tastare” il polso degli italiani del nord-est. Il risultato è stato impressionante, su più di due milioni di votanti, l’83% ha votato per il sì. Sì a quale domanda? Eccola: “Vuoi tu che il Veneto diventi una Repubblica federale indipendente e sovrana?” Non so se l’amico Alberto Frizziero, furtivamente, si sia è introdotto tra i votanti per esprimere il suo giudizio. Alberto ha ancora nel cuore gli anni della Serenissima, è un uomo che prima di agire pensa a lungo.
Per fare un esempio prima di giungere alle nozze con Floriana, dal fidanzamento, ha lasciato passare più di dieci anni. Chi scrive, leghista, è dell’avviso che anche in Lombardia ed in Piemonte si debba giungere ad un simile referendum. Referendum che in effetti cambiano nulla, ma che fanno conoscere ai palazzinari romani da che parte sta il popolo. Il tutto per poter giungere, in un prossimo domani, alla tanto desiderata, da Miglio, macroregione del nord. Nessun paragone con l’Armenia, ma sentiamo aria di primavera, voglia di libertà.
Giancarlo Bettini
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