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martedì 29 luglio 2014

MURGIA, GODARD, DI BONAVENTURA: TRIS D’ASSI PER AMBRIA JAZZ

Da giovedì 24 a domenica 27luglio Ambria Jazz 2014 ha vissuto un altro lungo ed intenso weekend con protagonisti importanti, molto apprezzato dal pubblico. Tutte le date, malgrado le condizioni meteo non troppo favorevoli tra sabato e domenica, hanno potuto svolgersi regolarmente, con soddisfazione degli organizzatori.
Giovedì alla Centrale ENEL Boffetto a Piateda grande entusiasmo per il set del Percussion Staff, cinque strumentisti (Marco Castiglioni, Francesco D'Auria, Mauro Gnecchi, Pietro Stefanoni, Fausto Tagliabue) capaci di coinvolgere il pubblico con un dialogo percussivo in cui si è inserito a perfezione l’ospite speciale Michel Godard al basso tuba e al serpentone. Una miscela di ritmo ed armonia, tra echi africani e risonanze etniche, sottolineata da fragorosi applausi. In precedenza il quartetto PoLO (Michele Salgarello, batteria ed effetti; Paolo Porta, sax; Andrea Lombardini, basso; Valerio De Paola, chitarra, laptop, effetti) aveva proposto il suo jazz contaminato e contemporaneo.
Venerdì il Castel Grumello a Montagna ha ospitato un doppio set all’insegna di un gemellaggio musicale tra Argentina e Italia. Da Buenos Aires viene il Tanino Duo, composto da Fernando Sanchez (chitarra) e Santiago Alvarez (armonica cromatica) che hanno conquistato il folto numero di presenti con un itinerario nella tradizione del proprio paese, tra tangos e milongas, zambas e chachaceras alternati a composizioni proprie, eseguiti con gusto e raffinatezza. Dopo di loro Daniele Di Bonaventura (bandoneon) e Alfredo Laviano (percussioni), uniti nel Transumanza Duo hanno regalato al pubblico grandi emozioni con una lunga suite in cui confluivano diversi paesaggi sonori, dal drum and bass alla psichedelia, dalla musica popolare alle grandi melodie italiane (“Come pioveva” che Di Bonaventura ha voluto dedicare ai caduti del 1914-18), all’insegna di una musica davvero totale. Finale divertente con un “concerto per maialino e bandoneon”, scherzoso e coinvolgente.
Sabato sempre Di Bonaventura ha deliziato nella tradizionale giornata di Ambria con il suo bandoneon all’interno della chiesetta del paese, causa tempo non troppo clemente. E’uno strumento nato in Germania per essere suonato nelle chiese dove non esisteva sufficiente spazio per l’armonium, ha spiegato, e dunque la collocazione è stata quanto mai appropriata. Insieme a lui Luigi Zani, con le sue letture in dialetto “valdambrì”, per un concerto sui generis organizzato come sempre grazie alla collaborazione con il Comune di Piateda, la comunità locale e l'associazione culturale Ghirù.
La sera, tutti ancora al coperto dell’Auditorium Torelli di Sondrio per il set aperto dal jazz spaziale e articolato dello XY Quartet (Nicola Fazzini, sax; Alessandro Fedrigo, basso; Saverio Tasca, vibrafono; Luca Colussi, batteria). Ma è stato il “Megalitico” del sassofonista sardo Gavino Murgia a mandare in visibilio, con frequenti boati di approvazione, il pubblico. Un progetto che fonde ricerca e melodia, con un forte richiamo alla tradizione del proprio paese, evocata dal canto gutturale di Murgia. Insieme a musicisti straordinari come il francese Michel Godard (basso tuba, serpentone, basso elettrico) e Luciano Biondini (accordion) e alla ritmica irresistibile fornita dal vibrafonista Frank Tortiller e dal batterista Pietro Iodice, Murgia ha dato vita ad un concerto strepitoso per qualità musicale, spirito collettivo ed invenzione sonora che resterà a lungo nella memoria del festival.
Domenica sempre Murgia e Godard sono saliti insieme al pubblico sulla funivia Snow Eagle a Chiesa Valmalenco per dar vita al duetto in quota in cui hanno proposto un’altra esibizione indimenticabile, in una dimensione più raccolta e con accenti quasi sacrali al cospetto di alte montagne.
La serata li ha visti ancora protagonisti, nella corte di Palazzo De Maria Pontaschelli a Chiuro, insieme al grande contrabbassista Attilio Zanchi nell’omaggio a Hugo Pratt ideato dal fotografo Pino Ninfa. Le immagini dei luoghi cari alla fantasia del fumettista, dalla Cuba di Hemingway alla Louisiana, passando per la Dancalia e l’Etiopia, l’Argentina e il suo tango fino all’amatissima Venezia, sono state accompagnate dai musicisti in trio e quartetto. Di particolare suggestione il canto gutturale di Murgia abbinato ai lettori del sacro nelle chiese etiopiche, ma in generale tutto il viaggio “sulle strade dell’avventura” ha colpito e affascinato il folto pubblico accorso nella splendida corte del Palazzo. Aveva aperto il singolare solo per contrabbasso, voce e fischio di Tito Mangialajo Rantzer (imperniato su brani di Ornette Coleman e Dave Holland), raggiunto sul palco dalla brava cantante Francesca Aimar per un paio di brani.
Ora il festival è pronto nei prossimi giorni a spostarsi in alta Valtellina, per i prossimi concerti previsti l’ 1 agosto con la band americana The Rad Trads al Polifunzionale Rasin di Isolaccia Valdidentro, il 3 con il Ragini Trio e il pianista Bojan Z e il 10 con i Three Spirits, formazione della cantante sondriese Nadia Braito.

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