Alcuni recenti articoli comparsi sulla stampa locale hanno ingenerato il dubbio che le iniziative portate avanti da alcune realtà associative locali - legate da una comune matrice cristiana - ispirate dall'anniversario del codice di Camaldoli potessero avere un nesso o un legame con il prossimo rinnovo dell'amministrazione provinciale secondo i nuovi criteri sanciti dalla riforma Delrio e la nascita di un nuovo soggetto territoriale.
Appare necessario e opportuno ricordare che gli incontri ispirati al Codice di Camaldoli hanno preso il via più di un anno fa e si sono sviluppati prima con un'analisi storica per terminare, all'inizio del mese di agosto, con l'elaborazione di una proposta di Documento per la nostra Comunità. Tutte le fasi hanno posto al centro dell'analisi e della riflessione un complesso articolato di valori e di principi etici la cui universalità va ben oltre i confini del nostro territorio ed uno spessore che va al di là del seppur legittimo scacchiere politico locale. L'obiettivo era di poter dare un contributo concreto al confronto sociale e politico; in tempi più recenti le conclusioni sono state messe a disposizione di tutti coloro i quali sono stati chiamati a dare un nuovo assetto e una governance al nuovo ente di area vasta.
I primi interlocutori sono stati naturalmente i sindaci e con soddisfazione alcuni esponenti delle associazioni sono stati invitati proprio da alcuni sindaci, a dare il proprio contributo portando la propria testimonianza e a riferire i contenuti del Documento finale. La presenza in più occasioni di tali esponenti va letta alla luce di tali considerazioni e non dalla volontà di voler interferire o di essere parte attiva nella legittima dialettica fra le forze politiche e istituzionali chiamate al contrario ad elaborare delle proposte di governo. Ogni altra lettura rispetto al coinvolgimento di cui sopra è frutto di una lettura tendenziosa della realtà. Il documento presentato ai primi di agosto non aveva alcuna velleità accademica o scientifica ma al contrario voleva essere un "modello aperto" cui potersi ispirare in una fase delicata e importante per le nostre valli sotto il profilo istituzionale.
Appare scontato che le forze economiche e sociali siano preoccupate circa il futuro assetto istituzionale e non a caso in più occasioni sono state chiamate a condividere scelte strategiche e rilevanti a livello locale al di sopra e al di là delle logiche di schieramento che hanno sempre contrassegnato la dialettica del confronto politico soprattutto nelle fasi elettorali o pseudo tali come quelle che vede al centro il rinnovo del consiglio provinciale. Taluni osservatori della realtà confondono l'accettazione di un invito con la decisione di "schierarsi". Seguendo questa semplice logica l'unico modo per non essere tacciati "di parte" è quella di non accettare alcun invito e di affidare il proprio pensiero a semplici quanto freddi documenti. Ma così non può essere in un sistema libero e democratico. Il dubbio allora è che i citati commentatori abbiano una loro causa da sostenere e che l'eccesso di partecipazione e di pluralismo possa rappresentare un intralcio alla loro causa.
L’obiettivo è di poter dare un contributo concreto al dibattito e come tale viene riconfermato. Invitiamo quindi tutte le forze politiche, gli amministratori e la società civile ad aprire un confronto con noi sul documento per poter insieme essere parte attiva e partecipativa nella fase costituente del nuovo soggetto provinciale.
Le associazioni promotrici del percorso “A 70 anni dal Codice di Camaldoli, quale attualità per Valtellina e Valchiavenna”
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