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martedì 26 agosto 2014

LETTERA A MARONI: "TENIAMO ALLA LARGA GLI ORSI E LE PRESSIONI ANIMALISTE"

Il Presidente della Provincia di Trento ha dichiarato che il progetto di reintroduzione dell'orso in Trentino ha portato il numero dei plantigradi dai 9 liberati 15 anni fa agli attuali 50 con progressivo incremento, un numero dunque eccessivo. Ha quindi ventilato l'ipotesi che del problema si facciano carico Veneto, Lombardia ma anche altre regioni alpine, italiane e non.
La Valtellina confina con il Trentino ed in particolare con la zona del Trentino meno antropizzata – si sono guardati bene da liberare gli orsi nella Val di Fiemme o nelle altre Valli turistiche orientali! - e quindi è esposta come l'alto Bresciano, allo sconfinamento.
La Provincia di Sondrio ha circa la metà del suo territorio, intorno ai 1600 kmq, sopra i 2000 metri. Ha quasi 100.000 ettari di bosco. Ha nuclei di antica formazione in quota che si riaprono alla residenza nei mesi estivi. Ha centinaia di alpeggi e maggenghi. Ha migliaia di baite isolate, molte recuperate a una presenza estiva o di weekend. Con 1600 km di corsi d'acqua e ghiacciai alle quote alte è meta di un turismo diffuso. La presenza dell'orso avrebbe due risvolti negativi:
  1.  Il più grave è quello della sicurezza dal momento che le precauzioni che gli animalisti reputano sufficienti possono esserlo, forse, solo per chi si è studiato la materia ed è in grado di mantenere sangue freddo in un casuale incontro, cosa che non è da tutti, men che meno per bambini, anziani ecc.
  2. In secondo luogo per il disincentivo che può avere per i turisti ad andare in zone ove è anche solo presumibile una presenza dell'orso.
Si chiede pertanto non solo una linea rigida di fronte alle ipotesi del Presidente della Provincia di Trento ma anche, d'intesa con il Parco Nazionale dello Stelvio, di prendere gli opportuni provvedimenti per tenere alla larga gli orsi dal nostro territorio e a non indulgere alle pressioni animaliste del tipo di quelle verificatesi in Trentino nella sede della Provincia.
Quali siano del resto le posizioni dei sostenitori della presenza lo si può vedere dall'articolo pubblicato dal quotidiano Alto Adige (indirizzo in calce) nel quale Osvaldo Negra presidente provinciale del WWF conclude “...prima o poi arriverà il momento in cui l’orso si sposterà” e poi “il progetto Life Ursus è stato un successo, i risultati sono tangibili, ora si deve passare al livello successivo, che è quello di insegnare agli umani come si convive con gli animali selvatici”.
A parte il fatto che l'obiettivo, posto che sia raggiungibile, richiederebbe almeno diverse decine di anni, siamo al colmo che siamo noi a dover pagare le conseguenze di una scelta improvvida nelle condizioni di antropizzazione e di spostamenti attuali ben diverse a quelle in cui c'era l'orso, per la Valtellina l'ultimo fu circa un secolo fa.
D'altronde, Egregio Avv. Maroni, i tecnici del competente assessorato possono riferirLe le conseguenze pesanti di una abusiva e folle reintroduzione del cinghiale che c'è stata pochi anni fa e i tentativi in corso per lupo e lince.
L'ADOC, a nome della stragrande maggioranza dei valtellinesi, confida nell'intervento Suo, dei suoi collaboratori valtellinesi, dell'assessorato competente, degli uffici periferici, dei controllori per prevenire situazioni assolutamente negative con le necessarie intese con Parco dello Stelvio e Province di Sondrio e Brescia.
Luigi Mescia
Associazione per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori

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