Caro candidato presidente,
i cambiamenti normativi intervenuti negli ultimi mesi (specie quelli dettati dalla Legge Delrio) e quelli che ci attendono (pensiamo soprattutto alla riforma del titolo V) hanno profondamente ridisegnato l’architettura, la valenza e i compiti dell’ente Provincia, oggi, o dell’ente di area vasta (domani). Se da un lato si perdono molte delle caratteristiche democratiche (con la fine dell’ente di primo livello) dall’altra la partita, tutta da giocare della specificità montana, ci mette e mette soprattutto il futuro Presidente e i futuri Consiglieri della Provincia di Sondrio in una posizione del tutto particolare: dalle scelte intraprese nei prossimi mesi dipenderà molto del futuro delle nostre valli.
Come movimento, Autonomia di Valtellina e Valchiavenna guarda naturalmente all’obiettivo di una piena autonomia e autogoverno responsabile garantito a un ente nuovamente elettivo e di primo livello. Opzione, questa, caldeggiata dalla maggior parte della popolazione valtellinese e valchiavennasca. Presidente e Consiglio dovranno a nostro parere farsi carico di questa richiesta trasversale, forte e convinta che sale dalla popolazione locale. Autonomia che non potrà essere ottenuta se non aumentando il più possibile coesione e collaborazione negli enti locali a tutti i livelli e coltivando la riscoperta coscienza autonomista degli abitanti della Provincia di Sondrio: senza consapevolezza non si avrà nessun risultato duraturo.
Riconosciamo, tuttavia, che il quadro normativo attuale e quello futuro (per quanto desumibile dal testo della riforma del Titolo V passato in Senato) mostrino tendenze di centralizzazione a tutti i livelli dei poteri, quello regionale e ancor più quello provinciale. Tuttavia, la Legge Delrio rappresenta con la specificità montana un’opportunità per cominciare a gestire in modo autonomo i poteri attualmente in capo alla regione.
Prima di venire ai punti specifici, sottolineiamo, come peraltro già a vostra conoscenza, la necessità di una urgente modifica dello statuto della Regione Lombardia, che riconosca al più presto nella propria legge fondamentale lo status di Provincia montana (come già avvenuto in sede nazionale) alla Provincia di Sondrio.
Successivamente, su questi presupposti sarà poi fondamentale la predisposizione di un progetto di legge regionale ad hoc che contenga e compendi le proposte sulle varie materie, analogamente a quanto avvenuto per la Provincia di Belluno in Veneto.
STATUTO DEL NUOVO ENTE
Da più parti, dagli amministratori alla società civile, si è levata la richiesta di uno statuto, una sorta di “costituzione” del nuovo ente che si va creando, già in parte colta dai candidati alla carica di presidente. Come Autonomia di Valtellina e Valchiavenna riteniamo che non solo si tratti di uno strumento indispensabile, ma che rappresenti un’occasione per riavvicinare l’ente ai cittadini. La natura di ente di II livello, infatti, ha creato una frattura tra popolazione valtellinese e valchiavennasca e amministratori provinciali, non più popolarmente legittimati da un’elezione diretta.
La scrittura di uno statuto dovrà a nostro parere essere pertanto accompagnata da un percorso partecipativo, non un semplice coinvolgimento della società civile e delle organizzazioni ma una reale consultazione e coinvolgimento di tutti gli strati popolari. Come modello suggeriamo quello che è stato intrapreso per uno scopo analogo in Alto Adige e in Trentino dal Movimento per la Partecipazione, che ha disegnato, con la collaborazione gestionale, istituzionale ed economica della Provincia, un percorso per arrivare a una profonda interazione tra cittadini e istituzioni, affinché valtellinesi e valchiavennaschi possano realmente esprimere i propri desideri, le proprie aspettative, convinzioni e opinioni a riguardo.
LE COMPETENZE DA RICHIEDERE ALLA REGIONE
Come Autonomia di Valtellina e Valchiavenna riteniamo che in prospettiva e coerentemente alla richiesta di piena autonomia, la Provincia di Sondrio dovrà chiedere tutte le competenze attualmente in capo alla Regione Lombardia, per poterle gestire direttamente al massimo grado con modalità, conformemente alla Legge Delrio, da definirsi con l’ente. Riconosciamo tuttavia che tale percorso non potrà che essere graduale e dovrà cominciare da quegli ambiti che maggiormente attengono al territorio. Implementate e per così dire testate queste prime competenze acquisite, ci potremo dedicare a nuovi settori.
È pertanto molto importante che in fase contrattuale con la Regione si sottolinei che le richieste non sono quelle espresse in prima battuta ‘ora e per sempre’ ma che si amplieranno gradualmente. Nel tempo andrà costruita e aumentata la capacità gestionale e soprattutto andranno condotti, con le risorse umane provinciali ma anche attingendo a professionalità specifiche di altri enti, associazioni e istituzioni, studi atti a formulare un progetto il più possibile efficiente, razionale ed efficace per il nostro territorio negli ambiti acquisiti o da acquisire.
Altrettanto fondamentale sarà inoltre la contrattazione economica con la regione. A nostro parere, se si vuole tendere a una prospettiva il più vicina possibile a quella dell’Autonomia, si dovranno innestare dei meccanismi che tengano conto nel riparto delle risorse non solo della popolazione o del territorio ma soprattutto della ricchezza prodotta in Valtellina e Valchiavenna, come avviene anche nelle provincie di Trento e Bolzano. In ogni caso, anche per la futura richiesta di gestione ambiti particolarmente impegnativi (pensiamo, ad esempio, alla Sanità) sarà indispensabile una contrattazione dettagliata sui criteri per stabilire l’entità dei trasferimenti.
Infine, importantissima e da definire sarebbe per tutti i settori la potestà regolamentare, senza la quale qualsiasi devoluzione di potere rischierebbe di essere inefficace.
Venendo agli ambiti specifici, in questa prima fase si tratterebbe di quanto segue:
Turismo - Richiesta a Regione Lombardia di modifica della legge regionale 16 luglio 2007 , n. 15 (Testo unico turismo) al fine di prevedere una disciplina speciale della materia in accordo con la Provincia interamente montana di Sondrio in tutti gli ambiti della legge (organizzazione turistica regionale; attività ricettiva alberghiera, non alberghiera e all’aria aperta; professioni turistiche; agenzie di viaggio e turismo). Al nuovo governo provinciale si chiede inoltre di promuovere la costituzione di un unico ed efficace sistema turistico, ossia un insieme di programmi, progetti e servizi orientati allo sviluppo del territorio e all'offerta integrata di beni culturali, ambientali e di attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici della produzione e dell'enogastronomia locale, in una parola di valorizzare al meglio e al massimo la Valtellina e la Valchiavenna.
Acqua ed Energia – Richiesta a Regione Lombardia di modifica della legge regionale 12 dicembre 2003 , N. 26 (parte risorse idriche) al fine di garantire alla Provincia il rilascio delle autorizzazioni e concessioni relative a grandi e piccole derivazioni idroelettriche e alla riscossione e introito dei canoni, la stipula di intese con le regioni e le province autonome confinanti, per gli aspetti relativi alla tutela e all'utilizzazione di acque comuni e, inoltre, la promozione di interventi di tutela e risanamento delle acque superficiali e sotterranee e di riqualificazione ambientale delle aree connesse. Per quanto attiene al tema servizio idrico integrato (acquedotto, fognatura e depurazione) si chiede al nuovo governo provinciale di garantire a tutti i cittadini della Valtellina e della Valchiavenna una riduzione delle tariffe e comunque non superiori a quelle medie previste al 31 dicembre dell’anno 2013.
La richiesta sull’energia assume un valore di ulteriore urgenza alla luce della possibilità, in sede di riforma del Titolo V della costituzione, che l’energia torni a essere un tema di competenza esclusiva dello stato centrale
Demanio forestale – Al fine di tutelare e valorizzare il nostro patrimonio boschivo, aumentato considerevolmente negli ultimi decenni a causa dell’abbandono progressivo delle coltivazioni, si rende necessaria una ricognizione del territorio al fine di individuare gli ambiti di intervento e proporre, con i comuni e altri soggetti interessati, soluzioni concrete alla Regione (e all’ERSAF es. promozione dei Contratti di Foresta). La recente nascita del Centro tecnologico del legno a Poschiavo, la ricchezza del nostro patrimonio boschivo e l’esigenza della sua cura e manutenzione sono le basi per un progetto di ampio respiro in cui coinvolgere le nuove generazioni al fine di creare un circolo virtuoso tra conoscenza, occupazione e tutela del territorio.
Agricoltura – Al fine di tutelare il territorio, la montagna e l’occupazione si chiede a Regione Lombardia di intervenire all’interno del Programma di Sviluppo Rurale per aumentare i fondi da destinare in particolare alle seguenti aree di intervento: indennità a favore degli agricoltori delle zone montane; migliore valorizzazione economica delle foreste; servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale; sostegno agli agricoltori che partecipano ai sistemi di qualità alimentare. La gestione dei fondi destinati a questo capitolo dovrà essere non regionale ma coordinata tra Provincia e Regione. Parallelamente si chiede che il Gruppo di Azione Locale sia maggiormente vincolato nell'erogazione di fondi a progetti che abbiano valenza altamente strategica sulla filiera agricola e agroalimentare locale. Al nuovo governo provinciale chiediamo poi di predisporre gli strumenti utili per svolgere un’attività di informazione gratuita per i nostri agricoltori e per i giovani che guardano con interesse al settore.
Pianificazione territoriale – Al nuovo governo provinciale chiediamo una maggiore incisività e specificità del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, il quale possa indirizzare verso una più razionale distribuzione delle aree industriali e commerciali, stimolando il migliore utilizzo o il ripensamento del ciclo di vita di quanto già esistente, riducendone gli impatti sull’ambiente, sul paesaggio e sull’economia. Crediamo quindi nell’esigenza di un riequilibrio degli assetti anche in favore dell’agricoltura, dei suoi addetti e dei suoi spazi, puntando alla valorizzazione delle specificità agroalimentari delle nostre valli. Crediamo, inoltre, si debba rinunciare definitivamente alla dispersione abitativa, rendendola sconveniente ed agevolando, al contrario, il risanamento e la rifunzionalizzazione consapevole dei centri storici e delle loro peculiarità. Forte dovrà essere l’attenzione rispetto alle aree di esondazione fluviale, contando di eliminare le situazioni di rischio semplicemente non costruendovi nuovi edifici o eliminando quelli esistenti. Infine, contiamo sul fatto che le risorse derivanti dalla gestione complessiva del demanio idrico possano essere utilizzate anche e soprattutto per la messa in sicurezza dei dissesti.
Viabilità – Si chiede al nuovo governo provinciale la definizione di un quadro degli interventi più urgenti da realizzare e sulla base delle risorse finanziarie a disposizione incominciare a collaborare con le istituzioni regionali per definire i progetti volti a collegare, nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio, in modo efficiente il territorio provinciale e anche verso l’esterno e i paesi confinanti. Il completamento della tangenziale di Morbegno, l’avvio della tangenziale di Tirano, l’avvio di progetti volti a reperire le risorse per la costruzione dei trafori dello Stelvio e del Mortirolo e un più efficiente collegamento verso la Svizzera dalla Valchiavenna sono progetti fondamentali per il territorio. Si chiede inoltre un forte potenziamento, in accordo con la Regione, del trasporto pubblico locale che è essenziale in una zona montana. La mancanza di infrastrutture ferroviarie adeguate (vd tratta con treni da terzo mondo da e per Milano) e stradali inadeguate, per un territorio a vocazione turistica come il nostro, non solo danneggia il settore turistico ma danneggia anche tutte quelle aziende che per commerciare necessitano di infrastrutture e scambi veloci e a costi ridotti (mobilità delle merci).
Scuola e formazione - La sfida che deve porsi il nuovo governo provinciale sarà quella di costruire, in collaborazione con la Regione e lo Stato e anche con l’ausilio del mondo produttivo (industriale, artigianale e agricolo), una scuola e una formazione professionale di eccellenza capace di inserire le nuove generazioni, e non solo, in modo funzionale nel mercato locale e di avere gli strumenti adeguati anche per specializzarsi in ambito universitario. Lo stesso studio e affinamento delle lingue straniere anche con appositi progetti, come per esempio la lingua tedesca, dovrà diventare realtà anche perché non confiniamo solo con altre province italofone ma anche con la Svizzera e con la Provincia Autonoma di Bolzano, cui dovremmo guardare insieme a tutto il territorio mitteleuropeo quali possibili approdi anche lavorativi. Particolare attenzione dovrà essere data a tutti gli interventi necessari per garantire spazi e locali scolastici e formativi adeguati sia in termini di sicurezza che di risparmio energetico. Insomma una scuola della montagna per non rimanere indietro e guardare avanti con forza e competenza.
Sanità – In questa prima e delicata fase è essenziale non solo salvaguardare la Asl di Sondrio e l’azienda ospedaliera dai tentativi di centralizzazione regionale in atto in ambito sanitario. Sarà importante che la Provincia sia parte attiva assieme alla Conferenza dei sindaci nella formulazione delle linee di indirizzo per l’impostazione programmatica dell’attività sociosanitaria e sanitaria. Bisognerà inoltre potere garantire una presenza completa dei servizi sanitari su tutto il territorio provinciale rafforzando le sedi decentrate nell’ottica tuttavia non di creare sterili e mal attrezzati presidi territoriali o duplicazioni di funzioni esistenti bensì di fornire ovunque una adeguata assistenza. Sarà importante per il rilancio turistico della Provincia di Sondrio un adeguato potenziamento del Servizio di Continuità Assistenziale Stagionale (ex Guardia Medica Turistica) al fine di assicurare l’assistenza medico generica a tutte le persone non residenti presenti eccezionalmente o temporaneamente in tutte le località turistiche.
UN PUNTO QUALIFICANTE: LA COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA
Tra le competenze che la Provincia di Sondrio potrà gestire alla luce della Legge Delrio ci sarà anche la cooperazione transfrontaliera, con la possibilità di realizzare accordi internazionali. Si chiede al nuovo governo provinciale il rafforzamento della cooperazione, mediante accordi e convenzioni, con la Svizzera nelle materie quali turismo, agricoltura, demanio idrico, viabilità, scuola e formazione e risorse boschive.
Un accordo quadro dovrà inoltre riguardare il tema del lavoro, sia per quanto riguarda i lavoratori frontalieri che nell’ottica della creazione di un mercato del lavoro unico tra Grigioni e Valtellina – Valchiavenna.
Viste le recenti frizioni che hanno opposto e oppongono alcune province lombarde di confine il Canton Ticino, è importante sganciare l’immagine della Provincia di Sondrio da temi quali il dumping salariale e la concorrenza sleale transfrontaliera, che non riguardano affatto il nostro rapporto per i Grigioni.
Dal punto di vista degli strumenti per realizzare questi scopi e accordi, interessante sarebbe la possibilità offerta dalla costruzione di una Euroregione. L’intero territorio alpino e di confine è inserito in una serie di euroregioni: Medalp in Piemonte e Valle d’Aosta, Insubria nelle province lombarde confinanti con il Canton Ticino, Tirolo per Trento e Bolzano e le rimanenti province con Veneto Friuli Venezia Giulia e Carinzia. Per la Provincia di Sondrio, unica quindi esclusa al momento da qualunque macroregione, l’opportunità è quella di costruire una Euregio Retica, riprendendo e riorientando il Progetto Raetia Nova, che inizialmente avrebbe dovuto legare Trento, Bolzano, Canton Grigioni e regioni austriache. Una Euroregione che comprenda Canton Grigioni e Provincia di Sondrio offrirebbe una cornice anche istituzionale a tutte le politiche di cooperazione transfrontaliera e sarebbe sostenuta con favore anche dalle regioni italofone grigionesi.
Alla luce dei mutati assetti istituzionali e della specificità montana, riteniamo inoltre che Regione Lombardia dovrebbe riconoscere alla Provincia di Sondrio una fisionomia autonoma e specifica all’interno della Macroregione alpina, come avviene per le province di Trento e Bolzano. Ciò permetterebbe, inoltre, di portare davvero in seno alla strategia macroregionale l’interesse “alpino”.
Allo stesso modo, la nuova provincia si dovrà attivare anche nei confronti dello Stato per cercare di tutelare al meglio gli interessi di Valtellina e Valchiavenna all’interno della Convenzione delle Alpi.
CONCLUSIONE
I suggerimenti abbozzati in questo documento non esauriscono le possibili richieste e competenze che Autonomia di Valtellina e Valchiavenna ritiene possano e debbano in futuro appartenere alla Provincia, tuttavia costituiscono a nostro parere un punto di partenza coordinato, coerente e organico per il rilancio delle nostre terre e la costruzione dell’autonomia futura.
Restiamo a disposizione per qualunque tipo di chiarimento, domanda o precisazione e ribadiamo la nostra volontà di collaborare con idee e progetti concreti al futuro della nostra terra.
AUTONOMIA DI VALTELLINA E VALCHIAVENNA
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