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giovedì 4 dicembre 2014

IL GRIDO DI DOLORE DELL’UNIONE CIECHI E IPOVEDENTI, "RISCHIAMO DI CHIUDERE"

La Giornata internazionale per i diritti delle persone con disabilità, istituita dalle Nazioni Unite per il 3 dicembre, quest’anno è dedicata al tema dello sviluppo sostenibile, con un’attenzione particolare alla tecnologia. La tecnologia è infatti incorporata in ogni aspetto della vita quotidiana, e nel tempo, ha sollevato gli standard di vita delle persone.
Lo sanno bene i ciechi e gli ipovedenti, che sempre di più, grazie ai nuovi strumenti tecnologici, riescono a svolgere in piena autonomia attività che prima non erano alla loro portata o, se lo erano, richiedevano uno sforzo e delle capacità particolari.
Quest’anno però, il 3 dicembre 2014, ha un sapore amaro per l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. “Da settimane denunciamo pubblicamente come la nostra associazione rischia di chiudere – dichiara il presidente nazionale dell’Unione, Mario Barbuto. Fin dal 1920, anno di fondazione, l’Unione ha fiancheggiato le pubbliche autorità, non di rado sostituendosi a esse, per soccorrere i ciechi in ogni angolo del Paese, portando loro la cultura, il lavoro, l'istruzione, la fiducia in se stessi e la voglia di farcela nonostante tutto. Nonostante l'handicap gravissimo, riconosciuto come tale anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.”
“Non abbiamo trovato l’attenzione e il supporto che ci aspettavamo per combattere questa battaglia, che è una battaglia di civiltà e non riguarda sono i ciechi e gli ipovedenti ma l’insieme del nostro Paese”, continua Barbuto. “E’ anche per questo che ho scritto una lettera aperta al Presidente del Consiglio, e cercheremo di consegnargliela di persona il 3 dicembre. Contestualmente, i nostri presidenti regionali e provinciali si stanno organizzando per consegnare la lettera anche ai prefetti di tutta Italia.”
Siamo perfettamente consapevoli – si legge nella lettera aperta al premier Renzi - che le pesanti condizioni economiche del Paese impongono scelte difficili e selezioni dolorose. Tali scelte, tuttavia, non possono essere pagate con il prezzo più amaro proprio da noi ciechi e ipovedenti, già tanto provati dalle sofferenze e dalle privazioni che la sorte maligna ci ha voluto riservare.
Dopo esserci adattati alla durezza di una esistenza vissuta nel buio; dopo aver già sopportato i tagli di tutte le leggi finanziarie degli ultimi anni; saremo ancora noi, i ciechi e gli ipovedenti italiani, chiamati a pagare il prezzo tanto amaro di una ulteriore riduzione di risorse pari all'80%, come previsto nell’attuale legge di stabilità, in discussione in Parlamento?
"La situazione è tanto grave - afferma Valeria Magro, presidente della Sezione di Sondrio - da mettere in pericolo la vita stessa della nostra associazione, quindi la difesa e la tutela dei diritti dei disabili visivi e quindi anche degli oltre 400 disabili visivi gravi e degli oltre 2.000 ipovedenti residenti in Valtellina".

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