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lunedì 22 dicembre 2014

TAGLIO DEI DIPENDENTI DELLE PROVINCE: "RIDICOLA LA RIDUZIONE DAL 50 AL 30%"

Di ritorno da Roma dove, fino all’alba di oggi, ha partecipato al voto di fiducia sul maxiemendamento alla legge di stabilità, il senatore Jonny Crosio esprime tutta la sua disapprovazione per il mancato accoglimento, da parte del Governo, del suo emendamento con il quale chiedeva di escludere le Province interamente montane dal taglio del 50% dei dipendenti.
“Ancora una volta Renzi e il Pd hanno reso palese tutto il loro disinteresse nei confronti delle aree montane - sottolinea Crosio -. Mi chiedo che senso abbia sbandierare la specificità montana, evidenziare le peculiarità, per poi metterle sullo stesso piano delle altre. Il mio emendamento era l’occasione per dimostrare, con i fatti, l’esibita attenzione, per sancire, con un atto, questa specificità.
Un’altra occasione persa, l’ennesima, ma francamente non ne sono nemmeno troppo sorpreso, poiché con questo Governo non c’è limite al peggio. Salvare tutti i dipendenti avrebbe significato formalizzare l’importanza dell’ente Provincia nei territori montani che non possono essere paragonati agli altri per gli svantaggi e le problematiche con cui convivono”.
Alla fine le Province interamente montane hanno spuntato una riduzione del taglio dei dipendenti dal 50 al 30% che il senatore Crosio definisce ‘ridicola’. E aggiunge: “Qualche dipendente in più si salva, è vero, ma il problema rimane, per gli altri lavoratori come per l’ente che perderà importanti professionalità e competenze. Solo fumo negli occhi, una costante per Renzi e il Pd, ma i cittadini non sono più disposti a farsi prendere in giro.
Vedono la loro Provincia, l’ente di riferimento sul territorio, spegnersi lentamente, giorno dopo giorno, per volontà di Roma, mentre a Milano il governatore Maroni, che ha a cuore il nostro territorio, ha individuato la soluzione: Valtellina e Valchiavenna autonome come Trento e Bolzano. Così agisce chi ascolta la gente e ne tutela gli interessi: noi siamo tutti con Maroni per l’autonomia”.

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