L'archivio del portale di informazione e commercio INTORNO TIRANO (www.intornotirano.it)

Etichette

martedì 13 gennaio 2015

AUTONOMIA E IDROELETTRICO: "VALTELLINA SPREMUTA COME UN LIMONE"

Avuta notizia che il Presidente della Provincia dr. Della Bitta, con una delegazione di Sindaci, sarà audito alla Camera dei Deputati nei prossimi giorni, e consapevoli che i discorsi di riconoscimento del particolare status di territorio montano della Provincia di Sondrio e delle risorse economiche disponibili per l’attuazione di questa sorta di autonomia si incardinano in gran parte nel quadro relativo alla presenza rilevantissima di produttori di energia elettrica in provincia, ci permettiamo di far emergere come fino ad ora il territorio della Provincia di Sondrio sia stato un limone da spremere…
Gran parte delle acque della prov. di Sondrio, sono sfruttate ai fini idroelettrici. Dell’enorme ricchezza prodotta, sino ad ora le popolazioni locali hanno ricevuto solo le briciole tanto che il Prof. Marco Vitale ha parlato del “Far West valtellinese”. In Valtellina i concessionari ricchi, potenti, competenti, organizzati, hanno sempre fatto quello che volevano depredando proprio come nel Far West.
Intendiamoci: l’epopea della creazione dell’industria idroelettrica in provincia di Sondrio è nell’insieme un’epopea con con bilancio positivo[1]Le imprese idroelettriche hanno investito e hanno creato, negli anni dei cantieri, molti posti di lavoro e hanno contribuito alla modernizzazione della Valle. Ma si sono anche portate via un ritorno incredibile che continua e che, con il passare degli anni, diventa sempre più alto. E non hanno avuto riguardo per niente e per nessuno, che non fosse il loro massimo profitto, sacrificando ambiente, ecologia, portata dei fiumi, rispetto degli altri utilizzatori della preziosa risorsa idrica. Attualmente l’occupazione dei quattro grossi produttori di idroelettrico in Valtellina si è ridotta dal 1995 ad ora da 1558 a 478 addetti.
Molti contenziosi per il ristorno di canoni e sovraccanoni dovuti per il prelievo oltre i termini concessori sono stati chiusi con accordi transattivi al ribasso; sul DMV stiamo assistendo a sperimentazioni i cui esiti sono forniti e pagati dai produttori idroelettrici stessi e senza un reale controllo sulla compatibilità ambientale dei prelievi e dei rilasci. Molti movimenti civici si sono mossi in difesa delle acque valtellinesi ed hanno raccolto l’eredità dell’attività informativa e culturale del geom. Giuseppe Songini, che ha fornito la più documentata e convincente accusa contro i soprusi degli uomini del Far West. C’è stata anche qualche coraggiosa azione di qualche Amministratore.
Tutto ciò non andrà disperso. Ha preso corpo in provincia di Sondrio un importante tentativo di passare dal Far West ad un regime civile, economicamente sensato ed equilibrato di gestione delle acque.
“Le grandi concessioni in scadenza sono state, in forza di legge, prorogate di 5 anni, a prescindere. Cioè senza nessuna discussione, senza quelle verifiche dell’impatto ambientale richieste dal Bilancio idrico provinciale, senza imporre di colmare quelle lacune informative sulle quali tanto hanno puntato, vincendo, i signori del Far West, senza dar vita a nessun serio sistema di monitoraggio. Niente di niente. Tanti studi, tante fatiche, tanti dibattiti, per portare a casa quasi niente. Analoga disposizione di proroga incondizionata contenuta nella legge finanziaria 2006 è stata dichiarata incostituzionale con pronuncia della Corte Costituzionale 18 gennaio 2008 N. 1. Data l’inerzia della Regione nel preparare le gare per le nuove concessioni (gare nelle quali il concessionario uscente, per una serie di ragioni intuitive parte sempre in una posizione di vantaggio), la proroga era inevitabile. Ma essa andava negoziata, barattata con una serie di regole comportamentali ed organizzative che avrebbero potuto rappresentare, comunque, una svolta. Così è stata un regalo, una resa senza condizioni. Ed è interessante che il termine “regalo”sia stato utilizzato anche da un giornale imprenditoriale come Il Sole 24 Ore (mercoledì 4 agosto 2010, inserto Lombardia) nell’articolo dal titolo. “Lega in aiuto di A2A. Concessioni lunghe per l’idroelettrica”. Nessuna svolta dunque,ma solo un piatto di lenticchie. Il rinnovo automatico per cinque anni è costato alle imprese un aumento dei sovracanoni per i comuni e i consorzi dei bacini imbriferi montani. Essi vengono portati rispettivamente da 21,8 e 4,50 euro per ogni kw di potenza nominale a 28,00 e 7,00 euro. Sembra un aumento importante e come tale è stato sbandierato e si sono formulate cifre in libertà. Invece si tratta di un piatto di lenticchie. In totale i sovracanoni passano da 26 a 31 milioni di euro. Un aumento di 5 milioni di euro da suddividere tra 78 comuni e cinque comunità montane. Un piccolo aumento su una base di partenza che era miserrima e umiliante.” (cit. Prof. Marco Vitale)
C’è una questione decisiva o, se si vuole, una ultima battaglia di federalismo vero e non propagandistico per la quale lottare. Quella della titolarità del demanio idrico. La legge 350/2003 (finanziaria) dava la possibilità alle Regioni di trasferire le competenze del demanio idrico alle province composta per il 95% da comuni montani. Le province di Belluno e del Verbano – Cuso – Ossola hanno ottenuto il trasferimento delle competenze. Sondrio, che produce oltre l’11% dell’energia idroelettrica nazionale ed oltre il 45% di quella lombarda, che produce 11,93% kwabitante contro i 3,11 di Bolzano non ha ottenuto questo trasferimento. La politica provinciale non l’ha mai richiesto con la necessaria energia.
“….Eppure è un passaggio ineludibile, un nodo politico essenziale. Non possiamo illuderci che sia sufficiente il passaggio dei poteri alle province perché le cose vadano bene da sole; né che gli amministratori provinciali, miracolosamente, vengano travolti dall’amore per il loro territorio e per il bene comune. Ma con questo passaggio non solo si elimineranno duplicazioni e ritardi ma le decisioni verranno portate al livello dove ci sono i problemi (che è l’essenza del federalismo vero), e le cose appariranno meno oscure alla gente comune e, forse, si riuscirà a scuoterne l’apatia ed a suscitare l’interesse per il tema, che resta il tema centrale e più importante della valle (più importante di quello della mobilità). La problematica dei prossimi anni sarà sempre più la disponibilità di acqua per i vari usi, di cui quello energetico non potrà essere il prevalente (si rilegga l’art. 1 della legge federale svizzera sull’acqua).” (cit. Prof. Marco Vitale)
Per questo la gestione diretta da parte della Provincia, sia pure nell’ambito dei quadri di riferimento generali della Regione, è essenziale. Se invece tutto verrà ricondotto alle competenze dello Stato, è bene che gli amministratori locali facciano presente che, all’interno del riconoscimento della specificità montana della provincia di Sondrio, occorre garantire una presa di parola su questi temi agli amministratori ed alle popolazioni locali diversamente da quanto accaduto in passato.
“La battaglia perché la proprietà del demanio idrico passi alla Provincia che ha la, di gran lunga, più alta produzione idrica d’Italia e della Lombardia, e che ha il più elevato coefficiente di sfruttamento idroelettrico di tutto l’arco alpino (oltre 90%), è la madre di tutte le battaglie e tutta la Valtellina responsabile, al di là di appartenenze politiche, dovrebbe ricompattarsi dietro a questa bandiera.” (cit. Prof. Marco Vitale)
E gli amministratori locali dovrebbero portarla avanti in tutte le sedi istituzionali ed in tutte le occasioni utili.
 
Coordinamento acqua pubblica della provincia di Sondrio
Legambiente Valchiavenna
 
[1]     In sintesi: 310 opere di captazione, 36 grandi impianti di produzione, 87 di media produzione, 500 km di condotte e canali, 800 km di elettrodotti, 58 dighe. Un valore globale della produzione che approssima i 700 milioni di euro all’anno.

Nessun commento:

Posta un commento