Il Consiglio regionale ha approvato nella tarda serata tre mozioni riguardanti il decreto legge che obbliga le banche popolari con un attivo superiore a 8 miliardi di euro a trasformarsi in società per azioni entro 18 mesi e ad abolire il sistema del voto capitario che garantisce ad ogni azionista un voto in assemblea a prescindere dal numero di azioni possedute.
Ecco in sintesi i tre documenti approvati:
- Nel primo documento (primo firmatario Claudio Pedrazzini- FI), sottoscritto anche Fratelli d’Italia, Popolari per l’Italia e Pensionati (50 si e 6 astenuti), si chiede di “non denaturalizzare il modello territoriale delle banche popolari nell’interesse delle piccole e medie imprese, piccoli risparmiatori e cittadini”. La mozione non esclude la necessità di una riforma, aspetto questo che ha fatto confluire anche il voto favorevole di PD e Patto Civico.
- Il secondo documento (primo firmatario Pietro Foroni-LN e sottoscritto anche dalla Lista Maroni Presidente) chiede di mantenere il radicamento in forma di banche popolari e impegna la Giunta ad attivarsi affinché il decreto legge non venga convertito in legge. Il documento, approvato con 38 si, 13 no e 5 astenuti, chiede di introdurre ogni utile strumento correttivo per conservare disciplina, spirito e identità originaria delle banche popolari.
- Il terzo documento (primo firmatario Luca Del Gobbo) è stato approvato con 36 si, 13 no e 7 astenuti ed esprime contrarietà nel merito e nel metodo del provvedimento.
Vengono impegnati inoltre il Presidente e la Giunta ad attivarsi perché il decreto non venga convertito in legge. Nel caso non si blocchi il dl, la mozione invita ad adoperarsi con il Parlamento perché si tenga “in adeguata considerazione la peculiarità delle banche popolari, conservandone identità e caratteristiche”. Il Movimento 5 Stelle ha espresso voto favorevole su tutte e tre le mozioni.
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