«La riforma delle banche popolari è incostituzionale, discriminatoria, superficiale e crea danni incalcolabili, oltre a mettere a rischio ventimila posti di lavoro. Il Governo svende per decreto oltre 150 di storia e sottrae ai territori la ricchezza che hanno generato, gettando in pasto ai grandi interessi speculativi istituti solidi che hanno contribuito alla crescita economica del Paese e che sostengono imprese e famiglie. Per noi le banche popolari sono un valore da tutelare».
È il passaggio più significativo della dichiarazione di voto sul decreto di riforma delle banche popolari che il senatore valtellinese Jonny Crosio ha pronunciato ieri sera a nome del gruppo della Lega Nord.
Un intervento chiaro e deciso, come netta è la posizione del partito, il primo a schierarsi in difesa di quello che è considerato un patrimonio del territorio. La contrarietà della Lega Nord è su tutta la linea: è sbagliato il momento, caratterizzato da incertezza e instabilità a livello bancario, è sbagliata la sostanza, mettere questi istituti sul piatto degli speculatori, ed è sbagliato il metodo, l’ennesima fiducia, scavalcando il Parlamento.
In conclusione del suo intervento il senatore Crosio ha prefigurato lo scenario che si mostrerà presto agli occhi dei cittadini: «Quando ci recheremo presso lo sportello della nostra banca, qualora lo trovassimo ancora aperto, nella migliore delle ipotesi dovremo parlare tedesco, nella peggiore cinese. Il Governo asseconda l’Europa della finanza creativa e dell’economia di carta che ci ricorda il dramma dei dipendenti della Lehman Brothers, ma la vita vera è un’altra. La nostra è fatta di istituti con solide radici nel territorio che sono vicini alle famiglie e alle imprese, che non ci considerano semplici numeri ma persone».
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