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mercoledì 4 marzo 2015

QUASI SERIE (6): MILANO DA VENDERE

Ho avuto l’occasione di visitare la Milano dei grattacieli. Mia figlia, che lavora in quella nuova zona della città meneghina, mi ha fatto da cicerone. Sono ritornato in valle caricato dentro. “Finalmente anche la mia metropoli si è svegliata, si sta sviluppando in altezza” ho pensato. Due grattacieli sono stati costruiti e, durante il mio sopralluogo, delle gru stavano sollevando da terra alberi già grandi per poi posarli sulle terrazze dei due fabbricati, terrazze poste a varie altezze, ai vari piani. Grattacieli mascherati dal verde, ecologici. Un altro grattacielo, sempre nella stessa zona, ha in sommità un’ antenna enorme.
La mia felicità però è durata poco. E’ di alcuni giorni or sono la notizia che gli emiri del Qatar hanno acquistato in blocco tutto quanto da me visto. E no, cari milanesi!!! Mi rivolgo a quei pochi, veri milanesi che ancora parlano il dialetto meneghino per dire loro che mi fanno pena. Di più. Nella stessa zona una vasta superficie libera, cinque ettari, riceverà le sementi per trasformarsi in campi di frumento. Siamo alla stranezza ecologica, frutto della mente dell’americana Agnes Denes che desidera ripetere ciò che ha già attuato a NewYork nel 1982.
Vi immaginate un vero milanese, l’ultimo dei “bauscia”, addetto alla raccolta del grano e, successivamente, alla vendita dei prodotti ai beduini che abitano i grattacieli vicini? Per la cronaca quell’area di cinque ettari, dopo l’Expo, diverrà un parco pubblico. Caro Maroni, se il Sindaco di Milano non si accorge che abbiamo toccato il fondo del barile, cerca di svegliarlo. Ha ragione Vittorio Feltri quando asserisce che il fondo del barile da tempo è stato toccato ed ora non esiste più nemmeno il barile.
Salendo più su, cercando aiuto tra i potenti, a Renzi, sarebbe fatica sprecata. Il Presidente del Consiglio, nipote del Rinascimento, ha la mente occupata nella ricerca di una “dittatura democratica”. Morale. Gli islamici, avendo acquistato i grattaceli, ci guarderanno dall’alto. Noi guarderemo loro col naso all’insù. Gli islamici possono terminare la ricerca delle aree nel milanese per costruire le moschee. L’antenna del grattacielo più alto servirà da minareto, altri piani del grattacielo stesso saranno adibiti a sale per le preghiere.
Per quale motivo ho scritto che i pochi, veri milanesi rimasti mi fanno pena? Perché quella città che fu la fucina del lavoro, della creatività, oggi è in mano a quaquaraquà. Le ditte migliori sono state vendute a stranieri mantenendo solo il nome, il marchio di fabbrica. Ieri abbiamo venduto una parte di Porta Nuova agli Emirati. Non succederà che al termine dell’Expo anche tutti i complessi dell’Expo stessa passeranno allo straniero?
Giancarlo Bettini

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