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martedì 24 marzo 2015

TIRANO, FORO BOARIO VERSO SVILUPPO AGROALIMENTARE: "MI SEMBRA FOLLE"

Con l’approvazione della delibera di variante del Piano di Governo del Territorio (PGT) l’amministrazione comunale ha votato per l’ampliamento delle possibili destinazioni d’uso dell’area Foro Boario.
La precedente gestione comunale aveva già previsto la trasformazione dell’area Foro Boario destinandola esclusivamente a fini commerciali. «Il disegno pensato dalla passata amministrazione - ha spiegato Gianmartino Della Vedova, capogruppo di minoranza Tirano Radici e Futuro – era quello di valorizzare tutti gli ingressi della città di Tirano e per questo avevamo limitato la destinazione solo all’uso commerciale dell’area».
Franco Spada e Rinnova Tirano, invece, hanno chiesto di allargare le destinazioni d’uso della zona a quelle produttivo/artigianali e agricole. «Mi sembra controproducente mettere vari tipi di destinazione – ha commentato Maria Lisa Stoppani, consigliere di minoranza di Progetto per Tirano -. Bloccare un’area per destinazioni d’uso del genere mi sembra folle. In zona cartiera c’è ancora la possibilità di inserire dei capannoni».
Della Vedova ha insistito nel conoscere la ratio di un tale provvedimento da parte del Comune. «Se avete ricevuto delle offerte vorrei che venissero rese note» ha continuato. Il sindaco Franco Spada ha replicato che con la delibera non viene esclusa la possibilità commerciale, ma che viene semplicemente ampliata la proposta.
«Tirano ha già capacità commerciali – ha spiegato il sindaco -. Quella zona la vediamo più per l’agroalimentare, poco presente nella città». La zona Foro Boario richiede un intervento piuttosto urgente di bonifica, data la presenza di diecimila metri quadrati di amianto in una zona che si trova a pochi metri di distanza dalle scuole.
«La preoccupazione del Comune è quella di non accollarsi tutto il costo dello smaltimento dell’amianto – ha chiarito il primo cittadino -. Verrà fatto un bando di gara che terrà presente la riqualificazione della zona e le opportunità occupazionali che si verranno a creare. Questa modifica del PGT non riduce le possibilità, ma le amplia».
Camilla Pitino

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