Oltre quaranta giovani preparati e accomunati dalla passione della musica, un repertorio accattivante e tanto impegno: un mix che anche questa volta ha raggiunto l’obiettivo di coinvolgere gli spettatori, divertendo e divertendosi. Sì, perché nella palestra della Scuola di Brusio, il 25 aprile, erano in molti a battere il tempo sull’onda delle note scandite dalla bacchetta di Samanta Paganini Nussio, la giovane e capace direttrice della 99% musica nella quale sono confluiti elementi provenienti un po’ da tutta la valle, dalla Valposchiavo a Grosio.
Un gruppo desideroso di mettere alla prova la propria esperienza cimentandosi in un repertorio diverso da quello bandistico, ma non per questo più facile. Lo si è capito quando le note epiche della colonna sonora di The Day After Tomorrow hanno avviato il concerto riportando in sala le suggestioni delle scene apocalittiche del film. Di diversa natura, ma altrettanto impegnativi e di elevata profondità e bellezza, i passaggi di Anastasia, capolavoro Disney ambientato nella Russia zarista, dove i ritmi incalzanti e i bruschi passaggi dei fiati hanno evocato in molti le scene movimentate del noto film di animazione.
Si cambia decisamente passo con Mysterious Mountain, una melodia dolce, di presa immediata, composta dal percussionista svizzero Mattia Terzi, la cui ripetizione quasi ipnotica, eseguita dalle diverse sezioni sembra trasportarci, con un battito d’ali, sulle cime silenziose e incontaminate del grandioso panorama ticinese della Vallemaggia. Ancora ad un cartone, anche se questa volta dissacrante e cinico, appartiene la colonna sonora eseguita dai giovani musicisti: parliamo de I Simpson la cui alienante musica, ricca di cambi di umore, ben sottolinea la psicologia dei personaggi della nota serie tv. Ha chiuso la prima parte un inedito di Mattia Terzi, Fighting for a Dream, dove l’idea della lotta per “la conquista di un sogno chiamato libertà” è stato il tema dominante di tutto il brano.
Dopo la pausa, un pezzo che ha fatto sicuramente tornare indietro nel tempo molti spettatori “meno giovani”: A Whiter Shade of Pale, il singolo dei Procol Harum che nel 1967 è rimasto per settimane ai primi posti delle classifiche di mezzo mondo e che in Italia è stato presentato dai Dik Dik con il titolo Senza Luce. Il buio in sala, il suggestivo saxofono di Michele De Piazzi e le luci soffuse avranno ricordato a molti l’ambiente della discoteca, un ambiente dove si andava per ballare e perché no, anche per innamorarsi.
Dopo Il Libro della Giungla e il Tema di Peter Gunn, dal film The Blues Brothers, Samanta ha proposto la chiusura del concerto con la travolgente colonna sonora de I Pirati dei Caraibi, un pezzo che mostra bene la preparazione e la bravura di questo gruppo che, nonostante la giovane età dei suoi elementi continua ogni volta a coinvolgere ed entusiasmare. Il lungo e caloroso applauso ha “costretto” i musicisti ad un ultimo sforzo, seguito da un simpatico avviso: “Però questo è l’ultimo…”, come ha tenuto a precisare la brava direttrice al termine del secondo applauditissimo bis.
Fulvio Schiano
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