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sabato 11 aprile 2015

LE POSTE, PER ORA, RIMANGONO APERTE: "VITTORIA PER IL TERRITORIO"

«Il territorio ha vinto perché è stato riconosciuto il suo diritto, sacrosanto, di poter contare su servizi fondamentali, soprattutto per gli anziani. Come Lega Nord abbiamo sollevato questioni che dovrebbero essere scontate, poiché compito di uno Stato è assicurare a chi vive in zone svantaggiate dal punto di vista della mobilità i servizi più importanti, e quello svolto dagli uffici postali lo è. Noi ci siamo mossi subito perché abbiamo ascoltato la voce del territorio, altri l’hanno capito dopo, ma ciò che conta è che la vicenda si sia conclusa nel modo sperato».
Così il senatore valtellinese Jonny Crosio che, all’inizio di marzo, presentando una mozione a sua prima firma contro il piano di razionalizzazione degli uffici postali, aveva dato il via alle azioni per bloccare quella che si prefigurava come un’ingiustizia, l’ennesima, contro i territori, quelli montani in particolare, dove gli spostamenti sono più difficili, soprattutto per le categorie deboli.
Alla mozione della Lega Nord sono seguite le altre, tutte approvate ieri in Senato: la chiusura e il ridimensionamento sono stati bloccati e, per il futuro, verranno rivisti. Una posizione che il senatore Crosio aveva avuto l’occasione di ribadire davanti all’amministratore delegato di Poste Italiane Francesco Caio intervenuto in commissione Lavori pubblici e Telecomunicazioni l’11 marzo scorso.
«Non potevamo permettere a Poste Italiane di stravolgere il servizio colpendo i piccoli paesi, nei quali gli uffici postali svolgono anche una funzione sociale - continua il senatore Crosio -. In provincia di Sondrio la chiusura di quelli di Madonna di Tirano e di Cosio Stazione e la limitazione negli orari di apertura di quelli di Cataeggio, Dazio, Lovero e Torre Santa Maria avrebbero avuto conseguenze negative. È assurdo che i tagli vengano fatti sulla sola base dei numeri, senza considerare le situazioni reali, del resto questo è ciò a cui ci ha abituato il Governo Renzi, non ci stupiamo».

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