L’inchiesta sulle spese pazze in Regione Lombardia è chiusa: la procura di ha rinviato a giudizio 56 consiglieri lombardi accusati di peculato e truffa. Tre sono stati condannati con rito abbreviato a pene tra i 18 e i 24 mesi, tre sono stati prosciolti e un assolto. Il processo inizierà il primo luglio.
Dario Violi, capogruppo del Movimento 5 Stelle della Lombardia, dichiara: “Torroni, gratta e vinci, libri, cartucce da caccia e cene a base di aragosta e sushi pagate con i fondi pubblici, nonostante stipendi da 12 mila euro netti al mese. Il rinvio a giudizio e il processo del luglio prossimo di 56 consiglieri di tutti i partiti, dal PD, alla Lega a Sinistra Ecologia e Libertà fino al Partito Pensionati restituisce molto chiaramente l’entità del parassitismo dei politici che hanno amministrato la regione nelle ultime legislature.
Certo i rinviati a giudizio che siedono ancora in Consiglio regionale, come per esempio Luca Gaffuri ed Elisabetta Fatuzzo, dovrebbero fare un passo indietro e dimettersi.
I reati di cui sono a accusati, oltre a gettare discredito sulle istituzioni e ad aver allontanato i cittadini dalla politica, risultano ignobili perché riguardano la sottrazione di risorse alla collettività per spese private, che nulla hanno a che fare con l’attività politico-amministrativa. Ci auguriamo che il processo si svolga in tempi rapidi e che eventuali pene siano esemplari: i politici sono eletti per amministrare e non per attingere a piene mani nelle risorse pubbliche”.
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