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sabato 9 maggio 2015

DUE VISORI NOTTURNI PER FERMARE LE RAZZIE DEI CINGHIALI

«Quello della presenza dei cinghiali in Bassa Valtellina, come nel resto della provincia di Sondrio, è un problema serio, che si è intensificato negli ultimi due anni, e che intendiamo affrontare potenziando le azioni già promosse che stanno ottenendo importanti risultati. Per questo motivo, come Comunità Montana, abbiamo deciso di acquistare due visori notturni che andranno a migliorare la dotazione tecnica, e quindi l’efficacia, degli operatori autorizzati per gli abbattimenti. Non possiamo permettere che questi animali distruggano campi e coltivazioni vanificando il lavoro degli agricoltori».
Così il presidente Christian Borromini motiva la decisione della giunta esecutiva che ha deliberato l’acquisto di questi apparecchi a infrarossi, già in uso in ambito venatorio ma non così diffusi perché particolarmente sofisticati e dunque costosi, che consentono di vedere i cinghiali senza accendere fari che li spaventerebbero causandone la fuga, e che garantiscono la sicurezza degli stessi operatori.
I visori saranno destinati a due degli Operatori qualificati coordinati dalla Polizia Provinciale incaricati per gli abbattimenti. Su questo fronte i numeri indicano l’efficacia del servizio: nel 2013 sono stati uccisi 276 cinghiali in tutta la provincia, di cui 68 in Bassa Valtellina, 219 e 65 l’anno scorso, quest’anno, al 30 aprile, siamo a 92 abbattimenti, dei quali oltre la metà, 55, nel Morbegnese. Un dato allarmante che ha indotto la Comunità Montana a intervenire. La presenza dei cinghiali in valle ha una doppia origine: da un lato i rilasci illegali sul nostro territorio, dall’altro gli spostamenti naturali da province confinanti.
Gli abbattimenti da parte degli operatori si sono resi necessari per gli ingenti danni economici e ambientali causati dai cinghiali: le razzie nei campi coltivati, in particolare in quelli di mais e nei vigneti, distruggono i raccolti, quelle in prati e pascoli rendono improduttivo il terreno favorendo l’avanzamento del bosco.
«Il lavoro svolto dagli Operatori qualificati, circa 200 in totale - spiega Borromini che si occupa di caccia anche come vice presidente della Provincia -, si sta rivelando molto efficace. Sono coordinati dalla Polizia Provinciale attraverso sette responsabili territoriali e agiscono soprattutto in orario notturno. È fondamentale che possano contare su moderne attrezzature ma è altrettanto importante la collaborazione della popolazione, poiché gli interventi vengono effettuati prevalentemente a seguito di segnalazioni che, per essere utili, devono essere il più possibile tempestive».

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