Avviato nell’ottobre del 2014, il ‘Progetto Pedü' conclude la sua prima fase e rilancia guardando al futuro. Promossa da Comune di Lanzada, Pfp Valtellina e Valtnet, con il contributo dell’Emporio Marzotto di Sondrio, l’iniziativa punta a preservare, valorizzare e promuovere la tipica calzatura simbolo di Lanzada e diffusa fino agli anni Cinquanta. L’incontro tra le alunne del corso per operatore della moda e quattro maestre d’arte si è sviluppato lungo sette mesi di insegnamento e di lavoro con le prime che hanno appreso le tecniche di confezionamento dei tipici pedü dalle anziane signore. Abilità, manualità con ago e filo ma anche passione e amore: ore e ore a cucire fianco a fianco, a condividere storie di ieri e di oggi, tra due generazioni che hanno messo in comune il meglio di loro stesse.
La splendida giornata di oggi, Campomoro e il Rifugio Zoia hanno fatto da cornice alla presentazione ufficiale della collezione spring-summer 2015 e del pedü gigante. Le maestre d’arte Agnese Bergomi, Elena Picceni, Angela Rossi e Ancilla Parolini, l’insegnante del corso di sartoria Roberta Valgoi e le ragazze: dal loro impegno sono nati diversi modelli di pedü. Dalla tradizione, dalle tecniche sartoriali e dalla creatività sono venute alla luce calzature di ogni foggia e colore, curate in ogni dettaglio. «Si tratta di un’iniziativa coraggiosa, cresciuta giorno dopo giorno, che sta ottenendo risultati in parte inaspettati - ha spiegato il sindaco di Lanzada Marco Negrini -. Il nostro obiettivo è quello di proseguire con il progetto per creare, nell’estate del 2016, un polo per la vendita dei pedü a Lanzada». Un auspicio condiviso dal direttore del Pfp Lorena Bonetti che ha sottolineato l’importanza, per i progetti che l’ente formativo promuove, di offrire opportunità di lavoro ai ragazzi, concludendo: «È un progetto che guarda lontano e che vuole arrivare lontano». Di relazioni tra scuola e territorio, di occasione per migliorare la preparazione degli alunni ha parlato il presidente dell’Azienda speciale per la formazione professionale della Provincia di Sondrio Marco Tomasi che ha espresso tutta la sua soddisfazione per il risultato ringraziando tutti coloro che in questi mesi si sono impegnati. «Il pedü non è solo una calzatura, è molto di più - ha detto Thomas Bardea di Valtnet, dal quale è scaturita l’idea alla base del progetto -: è un prodotto ecosostenibile e modernissimo e può diventare il traino di un riscatto valtellinese fondato sul recupero delle tradizioni».
I pedü sono costituiti da una spessa suola di stoffa sulla quale è cucita una tomaia stringata di velluto a coste. Fino alla metà del secolo scorso erano le scarpe di uso quotidiano, da utilizzare in casa e fuori, presenti in modelli diversi a seconda delle situazioni: di colore scuro oppure più vivaci, ravvivati da nastri e fiori per le occasioni speciali.
Una tradizione che, come tante altre, sarebbe stata condannata all’oblio, se non fosse stato per il Comune di Lanzada che l’ha recuperata durante i pomeriggi per gli anziani organizzati dalla biblioteca. Il sapere doveva però essere tramandato e chi meglio delle alunne del Pfp, guidate dalla loro insegnante, avrebbe potuto farlo? Ne è seguito un progetto di comunicazione, curato da Valtnet, che racconta i pedü, capitolo dopo capitolo, attraverso un sito internet dedicato www.alpinpedu.it e i social network (Facebook, Twitter, Instagram e Pinterest).
In occasione dell’arrivo del Giro d’Italia ad Aprica, il prossimo 26 maggio, un pedü gigante, rigorosamente rosa, farà bella mostra di sé nella zona del traguardo per essere fotografato e ripreso dai media internazionali, mentre la collezione di pedü realizzati nell’ambito del progetto sarà in esposizione nella sala Vip che accoglierà gli ospiti della carovana rosa.
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