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venerdì 1 maggio 2015

QUASI SERIE (18): MILANO 2015, CAPITALE DEL MONDO

Da una decina di settimane l’Espresso esce, il venerdì, con un prezioso allegato, un DVD con la vita e le opere dei migliori architetti mondiali di ieri e di oggi. Ogni DVD ha una registrazione della durata di circa un’ora. Degli architetti sono riportate le opere maggiori, il loro modo di vedere l’architettura, ma non dobbiamo aspettarci un approfondimento, approfondimento che possiamo trovare solo sui libri dei singoli archistar.
Venerdì 27 aprile è stata la volta di Pier Luigi Nervi. Ingegnere e architetto tra i massimi esponenti mondiali del XX secolo. Nervi è nato a Sondrio e quindi lo sentiamo un po’ nostro anche se in Valtellina non è rimasto molto. Ricordo la mia andata a Torino in occasione di Italia ’61, del mio ammirare all’interno del padiglione dedicato al Lavoro la grandezza del complersso. Una serie di grossi pilastri affiancati con la parte superiore piana, a raggera. I calcoli, la statica, era stata affidata a Pier Luigi Nervi.
Per merito di un amico ho avuto la possibilità di visitare a Roma, in Vaticano, un’altra opera di Nervi, l’aula Paolo VI. Rivedendo Il DVD sopra citato dedicato al professionista nato a Sondrio, ho notato che il tempo ha segnato alcune opere del grande architetto. Opere che nulla hanno perso del loro valore, ancora oggi sono sedi di grandi manifestazioni di vario genere. Il tempo ha segnato solamente certe finiture esterne attribuibili alla vetustà del cemento armato, alle strutture ardite ideate da una mente eccelsa.

L’allegato all’Espresso mi ha dato la possibilità di rivedere, sotto altra forma, ciò che già conoscevo dai libri sull’architettura. L’Expo, che aprirà il prossimo 1° maggio, mi vedrà girovagare lungo il cardo ed il decumano dell’Expo stessa. Potrò visitare i lavori degli architetti contemporanei e provenienti da tutto il globo. All’interno dei manufatti saranno in mostra i frutti del lavoro di migliaia di esseri umani. La grande, laboriosa Milano meritava questo premio, questa assegnazione. Non diamo retta ai disfattisti che lamentano qualche piccolo ritardo. Sono, questi cronisti od opinionisti , lo specchio di coloro che, da parolai, non sanno produrre altro per riempire le pagine dei giornali. Ci inchiniamo invece davanti a tutti coloro che hanno operato, senza sosta, per permettere di far conoscere a miliardi di abitanti della Terra che ancora esistono uomini di buona volontà .
Giancarlo Bettini

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