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domenica 8 agosto 2010

SANITA’ A TIRANO: “RETROCESSI IN SERIE… ?”

Dubbi e perplessità su una proposta destinata a far discutere. DI IVAN BORMOLINI

Non ho nemmeno fatto in tempo a rileggere quanto è stato pubblicato su questo giornale on-line ( Pensieri di un cittadino preoccupato) dove parlavo della situazione sanitaria a Tirano e in valle che una nuova proposta in materia di sanità lascia di stucco i cittadini tiranesi, i quali, come tutti gli altri non sono esenti dall’aver bisogno per casi più o meno gravi del servizio 118 con relativa ambulanza e personale specializzato.

Già da tempo il pronto soccorso, declassato poi a punto di primo soccorso, non svolge più le sue funzioni, è venuto meno un importante riferimento in grado di dare un minimo servizio utile a cittadini e turisti, e adesso pure le ambulanze, secondo il piano di riorganizzazione della sanità provinciale, riducono l’orario di servizio dalle 24 ore alle 12 ore.
Mi sorge spontanea una battuta: “Almeno fateci sapere con chiarezza gli orari di entrata in funzione delle ambulanze così decidiamo se averne bisogno o meno in quel lasso di tempo”.
Per le altre 12 ore ci affideremo al buon Dio che ci conservi in salute e ci preservi dal fare incidenti sulle strade o sul lavoro oppure in altri campi della vita quotidiana.
Al posto dell’ambulanza, nelle dodici ore di fermo, ci viene propinato un veicolo di soccorso intermedio con autista e personale infermieristico che in caso di bisogno verrà assistito dal un medico in centrale operativa.

Questo secondo i vertici della sanità provinciale costituisce un modello più avanzato di soccorso; per me, come credo per altri, corrisponde all’ennesima beffa e dico che l’affilata forbice dei tagli ha ancora fatto il suo lavoro.
A questo punto davanti a un piano che ci è servito sulla carta come un potenziamento, ma che puzza di riduzione e depotenziamento pongo alcune domande:

  1. ci si dice che in caso di infarto il tempo, i minuti sono preziosi, ci troviamo di fronte a un codice rosso, pericolo imminente di vita, massima urgenza, se chiamiamo il 118 chi arriva, il mezzo intermedio o l’ambulanza attrezzata per queste gravi emergenze?
  2. Ed ancora, il mezzo intermedio può garantire le stesse prestazioni di un’ambulanza con tanto di medico specializzato e strumentazione a bordo?
  3. E per il trasporto del paziente al più vicino ospedale bisognerà ancora ricorrere all’ambulanza?Se così fosse da dove partirebbe il mezzo e con quali tempi di percorrenza?
  4. Si perderà del tempo prezioso in casi dove anche pochi istanti fanno la differenza fra la vita e la morte?

Ovviamente nessuno, io in prima persona, si permette di mettere in dubbio l’operato del personale infermieristico, ma nel caso di grave incidente ritengo che la presenza di un medico sia indispensabile.

Rimango fermo sull’idea che un territorio come Tirano debba avere un servizio di ambulanza attivo nell’arco delle 24 ore, un servizio sanitario utile e spesso di primaria importanza.
Credo e ne sono convinto che se si verificasse anche solo un caso di incidente o altro al giorno nel territorio tiranese non vi siano nemmeno lontanamente i presupposti per ridurre o depotenziare questo servizio al cittadino.
Ed allora dobbiamo dire che le azioni che il nostro primo cittadino Pietro Del Simone sta intraprendendo sono giuste e mirate a salvaguardare ciò che rimane di attivo in materia di sanità a Tirano, occorre che le cose rimangano così come sono altrimenti si corre il reale pericolo che a pagare lo scotto di questo nuovo “modello avanzato” sia proprio il cittadino e questo non si può permettere come non si può consentire in nessun modo che i tagli alla sanità li debbano sempre pagare le persone sulla propria pelle.

E’ assurdo, ma laddove i soldi e finanziamenti non debbono mai mancare, cioè la sanità, al giorno d’oggi vengono meno, non si trovano le risorse in un campo che deve sempre essere attivo per il bene e l’incolumità dell’intera collettività.

Tornando a Tirano, dove sono attivi ancora i poliambulatori e altri servizi come quello del prelievo del sangue, ci si augura che l’odiata scure dei tagli non arrivi in poco tempo a privarci anche di questi servizi.
Se così fosse verrebbero a generarsi altri problemi, dove dovremmo recarci per i prelievi? Che problemi dovrebbero affrontare gli anziani senza mezzo di trasporto che fruiscono di questo servizio? Ed ancora il cittadino lavoratore dovrebbe chiedere ferie o permessi per recarsi a Sondalo o a Sondrio per un prelievo?

Alla fine lasciatemi dire che spesso le cronache ci parlano di casi di mala sanità per errori commessi da medici o personale chiamati alle cure dei pazienti, vere o presunte, queste storie fanno notizia, fanno riflettere, ma non siamo certo noi a poter giudicare l’operato di questi professionisti.
A far meno notizia sono invece questi tagli, i fondi che non ci sono e quant’altro rientra a far parte dell’amministrazione della sanità; consentitemi però di dire che se ben guardiamo e analizziamo i dati a livello nazionale anche questa è una sorta di mala sanità che si ripercuote sul cittadino.
Mi rendo conto che amministrare l’Azienda sanitaria di valle non sia cosa facile, ma è forse giusto dire che Tirano ha già pagato abbastanza dalla chiusura dell’ospedale fino ad oggi.

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