In estrema sintesi sono questi i dati elaborati sulla base della rilevazione dei prezzi al consumo per un paniere di beni a elevato valore simbolico con metodologie analoghe a quelle utilizzate nelle rilevazioni ufficiali Istat sul territorio nazionale.
L’iniziativa, avviata per volontà della Camera di Commercio e condotta in accordo con l’Unione commercio, turismo e servizi provinciale, allinea Sondrio al resto delle città italiane capoluogo di provincia che, periodicamente, effettuano rilevazioni dei prezzi al consumo e calcolano le variazioni della spesa alimentare nell’ottica di una maggiore trasparenza sia nei confronti dei consumatori che delle imprese.
Per la rilevazione di gennaio e per quella di luglio, l’Ente camerale, con il coordinamento scientifico di una società specializzata, la Ref, ha rilevato complessivamente oltre 2000 quotazioni di prezzo. Il monitoraggio semestrale ha riguardato i beni di largo consumo con specifico riguardo ai prodotti a basso valore unitario con elevata frequenza di acquisto: un paniere di 21 prodotti (18 alimentari e 3 per la cura della persona e della casa) per i quali le famiglie italiane spendono circa 2000 euro all’anno secondo l’Istat. Si tratta di prodotti quali pane, acqua minerale, pollo, latte fresco, prosciutto, biscotti, caffè, shampoo e detersivo. Le rilevazioni di prezzo sono state effettuate in 30 punti vendita tra ipermercati, supermercati, hard discount, dettaglio tradizionale, panetterie e macellerie ubicati a Sondrio e in alcuni comuni limitrofi.
I risultati tranquillizzano i consumatori sondriesi e rendono merito ai commercianti: Sondrio si colloca a metà classifica tra le province lombarde con prezzi soltanto lievemente più alti della media regionale (+1,5%). Milano è la più cara e Lodi la più economica. A Sondrio alcuni prodotti risultano più cari della media lombarda e altri invece costano meno. Un litro di latte fresco, ad esempio, costa 1,49 euro a Sondrio, poco sopra la media, contro l’1,58 di Lecco e l’1,30 di Lodi. L’offerta comunque è ampia e i consumatori possono scegliere tra diverse scale di prezzo.
Confrontando la rilevazione dei prezzi di gennaio e quella di luglio, si osserva che nel semestre si è verificata una diminuzione dei prezzi quasi impercettibile pari allo 0,4%, peraltro in linea con un’inflazione alimentare praticamente nulla a livello nazionale. Sono aumentati Parmigiano Reggiano, olio e uova, mentre sono diminuiti pane, carne e pasta, stabili bevande e derivati del latte. Rispetto ai 2000 euro che, secondo i calcoli dell’Istat, una famiglia italiana mediamente spende in un anno per questi prodotti, circa 6 euro in meno a Sondrio e 16 euro in meno in Lombardia.
Per quanto riguarda i pubblici esercizi, le rilevazioni sono state effettuate in 11 pizzerie campione situate a Sondrio e nei comuni limitrofi e in 20 bar del solo capoluogo su 10 servizi tra cui caffè, aperitivo, spremuta, toast, birra, pasto in pizzeria. Al bar si spende meno a Sondrio rispetto alla media lombarda: il caffè costa 1 centesimo in meno, 20 centesimi in meno il toast e 29 l’aperitivo. Fa eccezione la birra per la quale da noi si spendono mediamente 61 centesimi in più. Sondrio si rifà con le pizzerie, le più economiche della Lombardia dopo quelle di Brescia: un pasto costa in media 7,83 euro contro gli 8,67 della media regionale, pari al 9,7% in meno.
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