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sabato 8 gennaio 2011

VANGELO VIA MAIL: "E POI?"

“E poi?” - Matteo 13,13-17 - 9 gennaio 2011 - Battesimo di Gesù. (Di don Roberto Seregni)

In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?”. Ma Gesù gli disse: “Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia”. Allora Giovanni acconsentì. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dal cielo che disse: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto”.
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Ho avuto la fortuna di iniziare questo 2011 in compagnia di una dozzine di famiglie della mia comunità e di trascorrere questi primi giorni dell’anno con una cinquantina di ragazzi della mia zona pastorale in un bellissimo campo invernale sulle nevi della “concorrenza” trentina.
Ringrazio il buon Dio e la sua infinità fantasia per questi doni ricevuti, per gli intrecci di storia, di passione e di vitalità che mi hanno dato uno slancio di coraggio per questo nuovo anno.

Oggi le strade sono una lastra di ghiaccio. La pioggia sottile si cristallizza sull’asfalto. Pericolosissimo. Scivolare è facile, per strada e nella fede.
Scivolare è facile, smettere di cercare, seguire l’esempio sedentario di Erode e snobbare il cammino coraggioso dei magi. Scivolare è facile, dimenticare quel cucciolo nella grotta di Betlhemme e riappropriarsi della propria immagine ammuffita di Dio.
Bellissimo il Natale, certo. Ma poi, si sa, l’Epifania le feste le porta via. E si riparte. Scuola, lavoro, impegni, scadenze, agende surriscaldate…
A che è servito tutto questo? Solo una bella pausa per riprendere un po’ il fiato? Una sosta romantica ai piedi della culla del piccolo Gesù? E poi? E poi quel bimbo è diventato un uomo, dopo trent’anni di nascondimento nel silenzio di Nazareth, esce allo scoperto.

La scena del Battesimo è una conferma dello stile di Dio, del “come” che abbiamo meditato nella notte di Natale. Il Rabbì inizia la rivelazione messianica attesa da secoli e si mette in fila con i peccatori. Nato in una stalla, ora si presenta in fila con i peccatori al Giordano.
Pure il Battista rimane stupito, forse anche Lui si aspetta un Messia diverso, una rivelazione inequivocabile, prodigi, miracoli, guarigioni per svelare al mondo la verità del falegname di Nazareth. E invece no. La Rivelazione prosegue lo stesso stile dell’Incarnazione: solidarietà, nascondimento, irrilevanza, piccolezza.

Coraggio, cari amici! Liberiamo i nostri salotti dai presepi e dagli alberi di Natale, ma facciamo in modo che lo stupore non si liberi mai di noi.

Buona settimana
don Roberto

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