In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli”.
__________________
L’annuncio rivoluzionario delle beatitudini non ha ancora raggiunto tutti gli uditori accorsi al monte, e Gesù – senza perdere tempo! - ci interpella con un brano che ci aiuta a tratteggiare identikit del discepolo: i quattro pescatori di Cafarnao si sono lasciati catturare dalla rete del Rabbì, hanno lasciato tutto, si sono fidati e affidati alla Sua Parola. Ora, il maestro, li prepara alla loro missione.
Le due immagini del sale e della luce sono ricche di riferimenti alla vita quotidiana e alla tradizione biblica, ma qui vengono usate per tratteggiare l’identikit del discepolo chiamato a far gustare e a rendere visibile la forza trasformante della Parola.
Matteo, il più moralista tra gli evangelisti, ci richiama giustamente il tema delle “opere buone”. Il discepolo, toccato dalla Parola, è chiamato a vivere come testimone della forza del Vangelo per rendere gloria al Padre. Ed è proprio per quest’unica ragione che Gesù ci chiama ad essere discepoli salati e luminosi. Non per noi, non per farci battere le mani, non per essere stimati e ammirati, ma per la gloria di Dio dobbiamo essere sale e luce.
Il brano sottolinea anche la dimensione universale di questa responsabilità affidata ai discepoli: sale della terra e luce del mondo. Non per pochi o per qualcuno, ma per tutti.
Il compito affidato ai neo-discepoli si presenta da subito segnato dall’universalità. C’è un annuncio che è da portare a tutti, che non ha confini geografici o etnici. A questo sono chiamati i discepoli d’ogni tempo. E Gesù è davvero drastico nel dichiarare che chi si sottrae a questo compito è inutile e da buttare:
Cosa te ne fai del sale insipido? Nulla.
Cosa te ne fai di una luce che non illumina? Nulla.
Così è del discepolo insipido e ombroso.
Coraggio, cari amici! Il sale e la luce sono in noi, sono doni di Dio, non dobbiamo dubitare. Piuttosto teniamo d’occhio quel moggio che vuole oscurarci o quella tiepidezza che ci toglie il gusto della vita e della fede. Non permettiamo a nessuno, nemmeno alle nostre pigrizie e delusioni, di togliere quella carica profetica e missionaria che il Risorto affida a ciascuno di noi.
Animo, fratelli, come discepoli salati e luminosi, testimoniamo che vivere con Lui o senza di Lui non è la stessa cosa!
Buona settimana
don Roberto
robertoseregni@libero.it
Nessun commento:
Posta un commento