Personalmente le prediche con riflessioni a “largo raggio d’azione“ pur di non sferzare l’animo di molti mi lasciano quasi indifferente. Mi sembrano pioggerelle che bagnano e che ristorano poco, preferisco la predica tipo acquazzone con vento forte che spazza via le nuvole e che pulisce l’aria. Insomma, qualcosa che scuota l’animo e che faccia meditare sulle colpe perché di colpe ne abbiamo tutti.
La predica di don Gianni, tenuta nella S. Messa delle ore 18.00 di domenica 27 febbraio, nella sua decisa e chiara espressione, mi è parsa benefica e portatrice del giusto vento che sveglia dal bonario e talvolta ipocrita torpore civile d’ogni giorno. L’effetto l’ho notato dal viso dei fedeli che mi erano appresso.
La predica ha colto nel segno i fedeli a “modesto reddito“, ma ha anche turbato qualche “ricco” che con evidente disagio si grattava il naso. Segno evidente che essa conteneva cimici di verità che davano fastidio ai ricchi e che facevano meditare i poveri.
Io penso, che tutto sommato, le parole di don Gianni potrebbero valere da "modello standard" per cristiani, mussulmani, ebrei, atei, qualsivoglia sia la loro professione religiosa, economica, politica e culturale.
Ascoltiamole e, se ci prude il naso, è segno che le parole hanno trovato la strada giusta.
“Gesù ci rimprovera ad esempio la fame e la sete di danaro e dice: non potete servire due padroni”.
E come è vero tutto ciò, al punto tale che la ricerca spasmodica della ricchezza finisce per renderci cattivi e avari. Un autore, commentando questa frase di Gesù, riferisce che lo Zio Paperone, miliardario e avaro, spiega ai suoi nipotini Qui, Quo, Qua il perché i ricchi non possono essere generosi e dice: “Se fossero generosi non sarebbero ricchi”. Ricchi perché avari… Equazione molto avvilente!
E ancora: si narra che un prete, al termine della costruzione della nuova chiesa parrocchiale, pose un cartello all’ingresso, con la seguente scritta: “Questa chiesa è stata costruita con i consigli dei ricchi e con le generose offerte dei poveri!” Quante volte capita questo anche oggi!
Altro affanno stigmatizzato da Gesù. “Il mangiare e il bere“. Non preoccupatevi più di tanto “ …
L’equilibrio anche in questo caso serve e come!”.
Si dice molto bene, che il troppo è come il troppo poco. Tra la bulimia e l’anoressia sta la giusta dose di cibo e di bevanda, per vivere bene e nulla più“.
Io aggiungerei che anche la natura stessa insegna la giusta e equilibrata via da seguire. Si prenda a paragone i primari beni naturali di acqua e sole; quando essi sono abbondanti in ogni luogo la natura è rigogliosa, diversamente quando sole e acqua pur essendo copiosi sono fine a se stessi causano siccità e diluvio.
Le risorse del ricco avaro possono essere considerate come il sole e l’acqua tenute per i propri fini, per se stessi. Il ricco avrà la sua oasi dorata, ma intorno a lui avrà anche il deserto pieno di scorpioni pronti ad abbeverarsi alla sua fonte e dovrà erigere un alto muro di difesa per i suoi beni.
Diversamente i poveri che donano ciò che possono ai loro simili vivranno del sole e dell’acqua che il buon Dio manda e che basta loro per ogni giorno.
Sono due modi di vivere diversi e appare probabile che i ricchi prevarranno sempre sui poveri, almeno in questo Mondo. Essere avaro forse costa meno fatica; il generoso generalmente si fa carico anche dei problemi degli altri mentre il motto del ricco avaro potrebbe essere “ Ognuno per sé, Dio per tutti!“ con pace dell’anima sua.
Ezio Maifrè
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