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mercoledì 7 settembre 2011

VIAGGIO SOLIDALE IN BRASILE: DESTINAZIONE SALVADOR DE BAHIA

[14° e 15° GIORNO] Lasciamo l’hotel ,la mattina, dopo tante emozioni che la natura ci ha dato,(persino l’avvistamento di un serpente arboricolo sul molo dell’albergo )verso Sao Luis per l’ennesimo volo Tam con destinazione Salvador de Bahia e scalo a Brasilia... (Di Maria Luisa Valente)

In serata arriviamo all’hotel Vila Galè (curiosità , l’hotel è sul mare ma i cartelli vietano ai turisti la passeggiata serale
sul sentiero tra gli scogli … ragioni di sicurezza). Organizziamo la giornata dell’indomani con mappe e piantine della città.

[ 15° GIORNO] Per prima cosa , dopo colazione ( ho assaggiato per la prima volta l’agerola, questo frutto che assomiglia a una ciliegia anche nel colore ma asprigno seppur ricco di vitamine) chiamiamo un taxi e ci facciamo condurre all’elevator Lacerda , una struttura art decò composta da quattro ascensori che scendono e salgono verso il porto , per poi visitare la citade alta. Dagli archi del municipio Camara Municipal giungiamo a Praca da Sé; sotto i piedi le famose pietre del Pelourinho “capeca de negro “ che lastricano tutte le stradine del famoso cuore storico della capitale Baiana. In questa piazza si aggirano venditori ambulanti con i loro carretti o con tra le mani le innumerevoli collanine di semi ( a un vostro no secco e deciso però non insistono ). Iniziamo a respirare il clima di Bahia che si fa più pregnante quando raggiungiamo il Terrero di Jesus, con le sue 4 chiese ( a Bahia si contano 365 chiese , una per ogni giorno dell’anno ) con i principali musei della città. Gli edifici pubblici si trovano nella parte più elevata del quartiere. I colori pastello delle case del Pelourinho ,giallo, azzurro, rosato, si iniziano già a a vedere. Peccato che in tutta l’aerea si stanno facendo lavori di restauro, anche fra gli alti edifici del XVII e XVIII secolo . Comunque aggirarsi tra queste viuzze si respira un’atmosfera che sa di passato, di Africa e di Amado. E si, sembra di vedere nelle affascinanti fanciulle dalla pelle scura che entrano ed escono da portali sulla strada, donna Flores o Gabriella , donne di natura vivacissima,tutte miele e fuoco nate dalla fresca narrativa dello scrittore Jorge Amado. Un gruppetto di bambini con tamburi, tamburelli (paus de chuvas) animano una stretta viuzza . I visi hanno la pelle scura, chiara, meticcia è veramente un Meltingpot ,un luogo dove si sono amalgamate razze e culture anche se è preponderante l’eredità lasciata dagli africani (consiglio, a questo proposito la lettura di Gilberto Freyre). Il largo do Pelourinho è una piazza ripida, il sito storico dove venivano pubblicamente frustati gli schiavi. Ci aggiriamo tra la Fundacao casa de Jorge Amado che all’interno ha tutta la documentazione dello scrittore. Visitiamo poi la cattedrale con l’interno semplice ed elegante. Ci colpiscono i colori blu di una chiesa; arrivati con la facciata rococò e le torri rivestite di piastrelle ci appare la Igreja NS do Rosario dos Pretos. Tra venditori di essenze o quelli di arachidi e anacardi ci incamminiamo verso praca Anchieta chiusa da un lato dalla barocca Igreja de Sao Francisco, dall’interno splendente e maestoso con le sculture dorate. Gli azuleios del cortile nei loro azzurri illustrano la vita di San Francesco (l’unica chiesa e l’annesso museo dove il foglietto esplicativo è in italiano !miracolo! ) C’è un interessante reperto da vedere nella Igreja da Ordem Terceira do Carmo : un Cristo di legno scolpito da uno schiavo di sangue misto “O Cobra” con circa 2000 rubini sparsi sul sangue delle ferite.

Ci fermiamo a pranzare al “ Galletto Show” in via Todos con galletto alla brace, patatine , aipin frito, caffè, succo di guaranà , il tutto per 30 real a testa. Ritorniamo verso l’elevator dove il taxi ci porta verso Bahia Bassa seguendo la strada per la collina e dopo un chilometro circa arriviamo al quartiere Boa Viagem e al Forte de Sao Felipe. La praia è piena di chioschetti e dal forte si può vedere la Ponta de Humanità con la Igreja NS de Monte Serrat . Il Belvedere ci permette una bella visuale sulla baia poi raggiungiamo Praia Porto de Barra con il lungomare affollato e più su le barche dei pescatori ormeggiate. Con il taxi raggiungiamo la chiesa di Igreja NS do Bonfin.
Al portale verde sono appesi i famosi “fitas” (cordoncini colorati di cotone con impresso il nome della chiesa ). Facciamo il segno della croce come vuole la tradizione e leghiamo al polso il bracciale facendo tre nodi. Quando si romperà per l’usura del tempo il desiderio espresso verrà esaudito. Nella sala dos Milagres (sala dei miracoli), sul lato destro della chiesa, sono appesi riproduzioni in cera di mani, braccia, gambe. Queste sagome bianche penzolano da ogni dove tra fotografie appese alla parete; un’umanità che qui è passata a chiedere favori e a consegnare una testimonianza di grazia ricevuta. Alcune donne con le sporte entrano ed escono dalla chiesa in un’atmosfera popolare. Mi sembra di sentire le comari di Amado in “donna Flores e i suoi mariti “ che,mescolando riti del Candomblè onoravano Dio in Oxalà. Per concludere la giornata arriviamo al famoso Mercato Modelo dove, negli umili bassifondi di questo edificio , venivano relegati gli schiavi. Una guardia ci ha raccontato delle leggende legate a questo luogo : spettri che si aggirano dopo l’orario di chiusura. . Vi si trovano oggetti dell’artigianato locale (cuoio ceramica) e manufatti di pizzo. Si sente un boato provenire dalla rivendita esterna di bibite davanti alla TV accesa: il Bahia ha vinto con 4 goal su tre , contro la squadra di calcio portoghese. Lo stadio di Bahia, infatti, proprio in questi giorni, è stato in buona parte abbattuto per ricostruirne uno nuovo per i prossimi campionati mondiali di calcio (2014).
Dopo esserci rinfrescati all’albergo , di nuovo al Pelourigho per lo spettacolo “Balè Folclorico da Bahia “, la compagnia è appena tornata da un tour in Italia. Una compagnia nata nel 1988 che rappresenta manifestazioni culturali popolari con la combinazione di tre correnti : europea attraverso la colonizzazione, africana attraverso gli indigeni, e i nativi. Il ballo include anche 4 figure del Candomblè; oxum (dio dell’acqua ), Omolù (Dio della morte) Oxossi (Dio della foresta) Iansa (Dio delle tempeste ) Ogum (Dio della guerra ) . Gli abiti ampi e le gonne di pizzo bianco, i movimenti, la musica , le voci in lingua Yoruba (a volte lamenti, a volte invocazioni ) rendono l’atmosfera profonda e appassionata. Dopo una finale danza di Capoeira scendiamo scortati ed è notte fonda. Nel sogno le mie bamboline vestite di rosso, di giallo … danzavano tra aerei in cielo.

A cura di Ezio Maifrè

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