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domenica 30 ottobre 2011

"LE NOSTRE VIE": IL VICOLO DON PIETRO ANGELINI

Il vicolo don Pietro Angelini si trova lungo la via Torelli; di fronte al lato destro della chiesa di San Martino, si accede nel vicolo tramite attraverso un arco. E' lungo circa centocinquanta metri e nel suo insieme rappresenta le tipiche “curt” tiranesi... (Di Ivan Bormolini)

Alcune abitazioni all’interno del vicolo conservano le tipiche “crapéni” costruite con metodologie antiche e alcune costruzioni; hanno il tipico ballatoio dei tempi andati ricordato con il nome di “lòbbia”. Sulla sinistra, lungo la stradina in ciotolato tipica del vicolo, è rimasto un “büi”, ma la fontana che per anni è servita come lavatoio, e sicuramente come fonte di abbeveraggio per il bestiame; è ormai da tempo in disuso.

Don Pietro Angelini fu parroco della Parrocchia di San Martino in Tirano dal 1929 fino al 1952; fu successore di Mons. Giuseppe Ambrosini che proprio in quell’anno venne chiamato all’ufficio di Rettore al Seminario Teologico di Como.
L’Angelini nacque a Tartano nel 188; ,fu proclamato sacerdote nel 1905 e conseguì la laurea in Sacra Teologia e in Diritto presso l’università di Roma; giovanissimo venne nominato parroco di Stazzona dove lavorò per ben 23 anni facendosi ben volere dalla popolazione.
In questi anni si premurò anche di creare l’asilo infantile e di fare un importante intervento nella chiesa di San Rocco.

La sua attività di sacerdote lo vide però molto impegnato anche a livello provinciale: nell’anno 1922 fondò a Morbegno l’orfanotrofio femminile provinciale adeguando i locali dell’ex convento quattrocentesco dei Domenicani e, per sostenerlo, nel 1926, diede vita al periodico “Le vie del Bene” nel quale sono stati proposti numerosi dibattiti culturali non solo pertinenti ad aspetti religiosi e sociali, ma riguardanti anche tematiche storico artistiche inerenti al territorio valtellinese.

Giunse a Tirano all’età di 48 anni ed il suo arrivo venne anticipato da un proclama redatto dal Comitato istituitosi per festeggiare il suo ingresso; le parole scritte su quel testo affisso per le vie cittadine sono eloquenti e descrivono ampiamente quale sia la levatura di questo nuovo Prevosto:
E’ l’uomo che tutta la Valtellina conosce per l’opera sua mai interrotta verso la carità e verso il bene, lo studioso che non interrompe, ma continua ed innalza la tradizione di dottrina di tutti i sacerdoti,che lo precedettero a Tirano” .

vicolo don pietro angelini

La mattina dell’ 11 novembre 1929, alle ore 10.00, l’Angelini fece la sua solenne entrata a Tirano accolto con vivo entusiasmo dal Clero, dalle Autorità e da tutta la popolazione; nel suo discorso programmatico, letto dopo aver salutato tutti i convenuti, il Prevosto annunciò che si sarebbe ispirato a S. Martino protettore della Parrocchia e avrebbe contribuito all’istruzione religiosa del suo popolo concentrandosi in particolare sul catechismo.
E da quell’11 novembre si attivò immediatamente per dar vita al suo programma coinvolgendo tutto il clero ed in particolare le suore Figlie di Maria Ausiliatrice con le quali strinse un rapporto particolare per quanto riguardava l’insegnamento del catechismo.

Tuttavia non seguì solo i giovani nel catechismo, ma fu veramente prete di tutti, partecipe alle vicende che interessavano i parrocchiani; si mostrò ai tiranesi come un umile servo nella vigna del Signore la servizio della comunità parrocchiale.
Nel silenzio dell’archivio parrocchiale si fece conoscere anche come grande cultore di cose storiche riordinando l’archivio stesso e raccogliendo un numero cospicuo di pergamene dal 1200 al 1600, fornendo così agli studiosi valtellinesi una fonte ricchissima di materiale.

Durante il lungo periodo della seconda guerra mondiale, oltre che stare vicino alle famiglie gettate nello sconforto per i numerosi lutti, si rese protagonista di una vicenda riguardante il magnifico complesso campanario di San Martino: in una missiva datata 9 novembre 1942 giunta al Prevosto si leggeva che a partire dal 14 novembre l’Ente distribuzione rottami avrebbe provveduto a rimuovere tutte le campane della parrocchiale assieme a quelle delle altre chiese del comprensorio escludendo quelle del Santuario per fonderle ed ottenere bronzo per i cannoni.

Davanti ad un tale annunciato scempio, l’Angelini non si perse d’animo e si adoperò affinché questo patrimonio caro ai tiranesi rimanesse al suo posto.
Prima di quella data, avvisato dal vescovo diocesano e messo in allarme da una richiesta di inventario delle campane da parte dell’autorità civile, il buon Prevosto scrisse una lettera alla Sovrintendenza ai Monumenti di Milano nella quale sottolineò il grande valore delle campane non solo dal punto di vista artistico ma anche da quello storico evidenziando chiaramente che le stesse suonarono nei momenti cruciali della storia di Tirano; nella stessa l’Angelini chiese che la Sovrintendenza emanasse una dichiarazione di valore storico ed artistico in modo tale da salvare le campane.

Purtroppo la dichiarazione non arrivò mai nelle mani del Prevosto, e riuscito a scongiurare la rimozione del 14 novembre, per non lasciare nulla di intentato, si rivolse direttamente al Sottosegretariato per le Fabbricazioni di Guerra in Roma, affinché venisse accolto l’invito di selezione. Anche questo fu un tentativo vano tanto che il 9 luglio del '43 una nuova lettera affermava che di li a poco si sarebbe provveduto alla rimozione. Ormai i tiranesi e il loro Prevosto sembravano rasseganti al grande e doloso distacco, ma la storia, nel suo corso a volte prevedibile e a volte imprevedibile, salvò le nostre campane e dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre le cinque sorelle rimasero al loro posto pronte a salutare con un grande concerto la fine della guerra che si sarebbe comunque ancora fatta attendere per molto.

Sicuramente però senza i tentativi dell’Angelini in quel 14 novembre del '42 il campanile di San Martino sarebbe rimasto irrimediabilmente privato della sua storica voce.
vicolo don pietro angelini

Don Pietro Angelini morì il 5 febbraio 1952, ma non possiamo concludere questa storia senza citare le parole o meglio i versi quasi poetici che il suo successore don Varischetti scrisse per lui sul numero del Bollettino Parrocchiale:
“Non ho conosciuto il Prevosto Angelini. Ma un mio incontro con Lui l’ho pur avuto.
L’ ho incontrato sul vostro labbro:ho udito parole di venerazione e di rimpianti:accenti di trepida commozione e di memore affetto.
L’ ho incontrato sulle soglie delle vostre case dove sono entrato a visitare i vostri infermie vi ho trovato la sua paterna figura consolatrice.
L’ ho incontrato sul volto innocente dei vostri figlioli,sui quali Egli si era inchinato con l’autorità del maestro e con l’affetto di un padre,a insegnare e benedire.
L’ ho incontrato nella penombra del vostro bel S. Martino nella grandezza umile della preghiera,nello splendore sacerdotale dei sacri riti,nell’intimità del sacro tribunale.
L’ ho incontrato nell’eco ancora viva della sua autorevole parola,che adunava intorno alla sua cattedra di maestro impareggiabile la grande famiglia parrocchiale.
L’ ho incontrato fra le pagine solenni dei registri parrocchiale,dove la sua mano via via più stanca e incerta, per oltre un ventennio ha segnato le aurore e i tramonti di tante vite e le speranze e le lacrime del vostro pellegrinaggio verso la Patria.
L’ ho incontrato soprattutto rispogliando le pagine di questo bollettino,che per Lui oggi si veste di a lutto:tra le sue pagine ho sentito aleggiare la Sua anime sacerdotale:ho udito la sua parola serena e intravisto anche i palpiti di bene che il suo cuore ha avuto per voi.
L’ ho incontrato,in un gelido ma suggestivo tramonto di dicembre,fra le tombe dei vostri morti e,raccolto sul suo sepolcro,ho chiesto al Signore,che la mia missione sacerdotale presso di voi non sia indegna della grande memoria di lui.

Ivan Bormolini

FONTI:
Cento anni di vita a Tirano AUTRICE: Carla Soltoggio Moretta
La chiesa di San Martino in Tirano AUTORI:W.Marconi,G.Garbellini
Tirano AUTORE:Mons. L. Varischetti

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