22 dicembre 2011 - “Oggi è il giorno…” – Luca 2, 1-4 - S. Natale 2011. (Di don Roberto Seregni)
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
___________
Eccoti, Signore.
Eccoti qui.
Nonostante le nostre distrazioni, le nostre superficialità, le nostre promesse infrante, Tu sei qui, ancora. Non ti sei stancato di noi e delle nostre nauseanti mediocrità.
Oggi è Natale, è il giorno in cui Tu, Signore, sei entrato nella nostra storia, in cui la tua eternità è venuta ad abitare il tempo.
Il nostro tempo.
Tempo di crisi, di miseria, di bassezza, di povertà di cuore più che di denari.
Tempo di grandi sogni, di desideri, di giovani che sanno metterci la faccia, di storie di santità nascosta, di voglia di cambiare, di bellezza al di là dell’effimero.
Eccoti, Signore.
Oggi è un giorno di gioia.
Se ti voglio cercare non devo scrutare il cielo o perforare gli abissi della terra.
Tu sei qui, vicino, più intimo a me di quanto io possa immaginare.
Tu sei carne della mia carne.
Io sono carne della tua carne.
Se ti voglio cercare non devo attraversare il mare o sfidare il fuoco.
Tu sei quel bimbo paffuto e infreddolito, tu sei quel cucciolo di messia con le guance rosse e i pugni serrati, tu sei la rivelazione compiuta e disarmante del volto di Dio che tutti da secoli hanno cercato e che ora si svela in quella grotta come mai nessuno avrebbe immaginato.
Così sei venuto in mezzo a noi: in una notte fredda, come un profugo, con la porta degli alberghi chiusa in faccia e solo il tuo vagito a sciogliere di lacrime il nodo che stringeva il cuore di Maria e di Giuseppe.
In tutto e per tutto sei venuto uomo tra gli uomini.
Hai scelto di abitare la nostra carne, l’hai amata come la dimora più preziosa e l’hai trasfigurata.
Hai scelto così, Signore.
Hai scelto una follia, perché così è l’amore.
L’amore come il Tuo, che conquista senza possedere, che illumina senza abbagliare, che scuote senza ferire, che stravolge per mettere ordine. E’ l’amore che ha scelto la piccola Maria e non una principessa; Giuseppe il falegname e non un sacerdote del tempio; una stalla e non una stanza regale; una bottega di falegname e non il tempio; un gruppo maldestro di pescatori, esattori delle tasse, rivoluzionari, conservatori e non un addestrato manipolo di super-fedeli; un grembiule e un catino per testamento; una croce per trono regale; una tomba vuota per riempire i cuori di speranza.
Questo è l’amore. Il tuo.
Oggi è il giorno dello stupore, della gratitudine e della speranza.
Oggi è il giorno in cui possiamo nascere e rinascere, possiamo permettere che le nostre nudità siano rivestite, che le nostre ferite siano medicate, che le nostre solitudini siano riempite dalla Tua presenza.
Oggi, Dio, Tu vieni in noi ad abitare negl’angoli più bui della nostra storia e li riempi con la tua luce, oggi ci chiami a deporre ogni arma e ogni difesa. Servono mani vuote, libere, pronte, disarmate per accogliere il tuo dono, il dono più grande che una creatura possa immaginare: il suo stesso creatore.
Ci proveremo Signore.
Proveremo a non riempire di inutilità e di emozioni vuote questo Natale; proveremo a sentirne lo scandalo e la follia; proveremo ad accoglierti e lasciarci accogliere.
Proveremo, Signore, a vivere un Natale vero.
Auguri di un Natale scandaloso…
don Roberto
robertoseregni@libero.it
www.sullatuaparola.wordpress.com
Nessun commento:
Posta un commento