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sabato 25 febbraio 2012

"TIRANO NON HA UNA VISIONE STRATEGICA DI SVILUPPO TURISTICO"

24 febbraio 2012 - Domenico Barbalace, a nome di "Tirano per tutti", delinea un quadro personale sulla situazione della compravendita dell'ex Cinema Italia e sullo sviluppo turistico dell'amministrazione abduana.

In considerazione degli ultimi sviluppi legati alla vicenda della compravendita del complesso denominato”Ex Cinema Italia” vorrei esprimere alcune considerazioni che vanno al di là della querelle giuridico/amministrativa che ha tenuto banco sin d’ora nel dibattito pubblico. Se si dovesse analizzare con piena obiettività l’intera vicenda non si può nascondere che molte delle difficoltà sorte in merito alla vicenda sono dovute più a questioni di natura personale che a questioni di forma e tutto questo, mal si concilia con gli aspetti complessi dell’operazione che richiedono solo una serena valutazione.

In tutta questa vicenda non si può non ragionare sul fatto che questa amministrazione manca di una visione strategica complessiva del futuro sviluppo turistico di Tirano e questa storia, per come si è incancrenita, dimostra delle palesi debolezze di tattica politica. Se si devono fornire dei meriti a questa amministrazione, in contrapposizione a quanto detto prima, non si può nascondere che negli anni scorsi essa ha fornito un forte impulso al rinnovamento di questa città: sia sotto l’aspetto dei servizi alla città che, sotto l’aspetto del rinnovo urbanistico complessivo.

Tuttavia da sempre si è riscontrata una forte debolezza nel disegnare una strategia forte sul quadro del turismo e del supporto alle imprese che possa allettare gli investitori esterni (chiamiamoli stakeholder) e locali nell’investire in questo territorio.

Fino ad adesso quello che ha sopperito a tali carenze è stata una fortunosa coincidenza temporale legata al centenario della Ferrovia Retica associata allo spirito di impresa che solo poche persone hanno saputo concretizzare con esclusiva ispirazione privatistica (tutti i nuovi bed & breakfast ne sono una prova).

Giova altresì sottolineare che gli stanziamenti che il Comune adibisce al capitalo turismo sono ben poca cosa rispetto alle esigenze che il complesso quadro del rilancio turistico di Tirano richiede. Solo per citare i dati degli ultimi 5 anni la definizione dei fondi in bilancio per il comparto turismo e attività collegate varia da un minimi di 47.000 Euro del 2009 ad un massimo di 108.000 Euro nel 2007 e si richiama il fatto che se non ci fosse stato un forte contributo dalla Regione Lombardia (pari a 15.000 Euro) per l’evento del centenario del trenino rosso il Comune avrebbe avuto grosse difficoltà (anche per i vincoli di patto richiesti dalla normativa statale), ad organizzare l’evento con forze proprie generando un’imbarazzante assenza istituzionale con danni di immagine per il nostro Comune; è pur vero che ciò non si è verificato ma è palese che qualche problema a riguardo ci sia.

Si potrebbe opinare a queste mie considerazioni, così come rimarcato in più occasioni dall’Avv. Muzio e dal Sindaco, che la nostra amministrazione e con essa la Fondazione Camagni non debbano necessariamente sposare i destini imprenditoriali del Sig.r Ciapparelli ma, sarebbe altrettanto lecito domandare, visto la stretta connessione che tale compravendita ha con il capitolo dei futuri destini turistici/ricettevi e financo occupazionali; per quale motivo non è stato predisposto un tavolo di discussione, anche informale, per dirimere gli aspetti tecnici del PII connesso al progetto? Se solo si pensa a quello di recupero del complesso di S. Agostino (se ne discuteva in Consiglio già nel precedente mandato), verrebbe da supporre che il tempo che si perderebbe sarebbe ben più lungo di quello trascorso per l’atto di compravendità dell’immobile.

Inoltre. Se si avesse avuto una vera visione strategica, a ben vedere la cronologia dei fatti, avrei fatto di tutto per stimolare il mio rappresentante in seno al consiglio di Gestione della Camagni per sollecitare il proseguo fattivo dell’operazione. Ricordo che il termine contrattuale per la stipula dell’atto era definito per il 19/05/2009 e solo in seguito all’interrogazione dei colleghi di Minoranza del 20/04/011 si è cominciato a definire i contorni, forse già noti ai pochi, sulla diversa considerazione di recupero di tale immobile e sulla sua procedura di alienazione. Tutto questo con un ritardo temporale imbarazzante anche per i meno accorti.

Un’altra risposta che si vuole sollecitare agli organi della Fondazione e al nostro Comune è: qualora si rilevasse concretamente l’ipotesi della ridefinizione del bando di gara con l’accantonamento definitivo della prospettiva alberghiera, quale sarà la destinazione di tale complesso? Quali sono le intenzioni che i nuovi soggetti interessati al complesso hanno informalmente presentato? Spero vivamente che non si prospetti l’idea funesta ed inutile di fare l’ennesimo complesso immobiliare ad uso abitativo civile.

E’ovvio che il destino dell’ex Cinema Italia è strettamente legato ad un altro destino ben più complesso e importante che è il progetto di Trivigno con il famoso trasporto Coaster. Sarà indubbiamente mia premura discuterne nelle sedi istituzionali considerato che la prossima seduta di Consiglio Comunale prevederà l’approvazione definitiva del PGT e la discussione delle osservazioni presentate da cittadini e imprenditori. Questo affinchè l’opinione pubblica possa valutare con attenzione se sia stato giusto sottrarre alla Minoranza ogni modalità di discussione che non sia di natura giornalistica.

Se ne dovrà parlare in ogni consesso pubblico o privato che sia e mi impegno fin d’ora agli occhi della cittadinanza a parlarne in futuro affinché ognuno si prenda la sua quota di responsabilità senza nascondersi in silenziosi dinieghi. Alla luce di quanto detto, senza avere la presunzione di ergermi alla figura di arbitro superpartes, mi auspico che ogni incomprensione venga superata e che ogni schermaglia, mascherata da richiami a tecnicismi giuridici, venga accantonata definitivamente assicurando così i cittadini che la politica, quando si tratta dell’interesse generale della collettività, provveda in modo organico e deciso a tali interessi senza abdicare al suo ruolo reclamando necessariamente l’intervento liberatorio della Procura della Repubblica.

dott. Domenico Barbalace
a nome gruppo “Tirano per Tutti”

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