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venerdì 31 maggio 2013

MODI DI DIRE: "Parla quàndu i pìscia li galìni"

La rubrica, a cura di Ezio Maifrè, per capire i modi di dire dialettali, grazie alla spiegazione e ad un racconto specifico.
MODI DI DIRE: "Parla quàndu i pìscia li galìni"
"Derio Nekazaritza Eskola" flickr.com (cc)
Questa rubrica settimanale dei "modi di dire", nel contesto del racconto, ha lo scopo di rammentare in gergo dialettale una espressione e non si riferisce a fatti e a persone. 
“Basta ! Basta, per carità di Dio, quella persona è un tormento dell’anima e del corpo” gridava Roberto ,indaco in volto, sul viale Italia . Quel giorno era stato preso da un impressionante raptus d’ira. L’avevano visto stracciare una pagina di giornale e buttarla con rabbia nel contenitore dei rifiuti.
Poi, non quietato , aveva alzato le mani al cielo e stretto i pugni. La gente intorno spaventata era intervenuta calmandolo. Continuava a ripetere con ossessione “ Sono anni che rompe i “maroni”, su ogni argomento. Deve dire la sua e, molte volte interviene dove non ha facoltà né cognizione di causa e quello che fa più rabbia è che parla a sproposito e con boria. E’ simile a una piovra che con i tentacoli vuole toccare e rampinare ogni cosa in ogni luogo. Fosse almeno come il prezzemolo che profuma di buono! Capisco una normale ambizione, ma la sua è mostruosa, patologica, maniacale, insopportabile . E’ un logorroico. Gente, legategli la lingua e avremo un momento di sollievo” .
Intervenne Giorgio, il taciturno. Ogni sua parola era meditata. Gli usciva dalla bocca dopo aver peregrinato per dieci muniti nel cervello. Quando gli arrivava in bocca era pura, genuina come acqua di sorgente. Disse a Roberto : “ Conosciamo l’uomo, il suo tarlo è l’ambizione. Se sa tutto proviamo a tendergli una trappola ! ”
Detto e fatto ! Sul giornale del giorno dopo esce un articolo a caratteri cubitali con
scritto “ Sensazionale ! A Tirano una gallina di un comunista piscia rosso a comando “ .
L’articolo riportava il fatto eccezionale. Un gruppo di irriducibili comunisti di Tirano avevano ammaestrato una gallina che a comando pisciava rosso. Inutile dire che l’articolo l’aveva scritto ad arte Giorgio, il taciturno. Sapeva che l’uomo loquace e insopportabile era un democristiano.
La trappola funzionò. L’uomo loquace lesse l’articolo e fu preso dal suo solito raptus da favella.
Scrisse e mandò al giornale un articolo dove affermava con forza che la gallina non poteva essere stata ammaestrata a pisciar rosso a comando , poiché è a tutti noto che la gallina ha un corpo grosso ma un cervello molto piccolo. I suoi neuroni sono insufficienti per questo tipo di apprendimento. Concludeva che il gruppo della democrazia cristiana di Tirano avrebbe però potuto addestrare un colombo, notoriamente più intelligente, a pisciare non rosso, ma bianco, simbolo di purezza.
L’uomo logorroico non aveva mai avuto né una gallina né un pollaio da pulire dallo sterco di gallina. Non immaginava nemmeno lontanamente che le galline hanno solo un buchetto dove fanno al pipì e la pupù assieme. Era caduto nel tranello teso da Giorgio, il taciturno.
Quell’articolo fu sulla bocca di tutti e il suo madornale svarione lo rese ridicolo. Si sentì dire Parla quàndu i pìscia li galìni. Da quel giorno finalmente tacque aspettando che le galline pisciassero.
Ezio Maifrè

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