23 luglio 2013 - Ieri sera si è tenuto il Consiglio Comunale
di Tirano. Uno degli argomenti trattati è stato l'ex Cinema Italia
appartenente alla Fondazione Camagni.
Il secondo punto all'ordine del giorno (dopo
l'approvazione del verbale della seduta precedente) è stata la
discussione intorno al cosiddetto progetto Coaster (di cui parleremo in
seguito) e al destino dell'ex Cinema Italia. Su quest'ultimo punto, il
primo ad intervenire, avendo proposto la discussione, è stato Marco Tomasi del Gruppo Misto: dopo aver definito la storia dell'edificio "degna di un film di Totò", ha accusato la maggioranza di non aver fatto nulla da tre anni a questa parte.A prendere la parola, per l'amministrazione, è stato Matteo Muzio, ex consigliere della Fondazione Camagni, dimessosi per protesta nei confronti della situazione di stallo. Dopo aver respinto, in prima persona, l'accusa di mancato interessamento della vicenda, Muzio ha ricordato come la precedente amministrazione della Fondazione "avesse operato in un modo durante i Consigli, e in un altro invece nella pratica dei fatti". Due le possibilità, secondo l'avvocato: o si fa il rogito così com'è oppure (se non è possibile) si rifà il bando.
La questione, secondo Muzio, sarebbe semplice: non esisterebbero, infatti, impedimenti alla vendita secondo quanto, invece, sostenuto dall'imprenditore Giandomenico Ciapparelli, aggiudicatario del bando e quindi acquirente di dirittto dell'ex Cinema. Nelle sue ultime dichiarazioni, rilasciate anche su questo giornale, il mancato rogito sarebbe dovuto alla presenza di affittuari (negozi) nello stabile. "Questa questione - ha detto Muzio - è stata risolta; ora sembra che il problema sia creato dal progetto riguardante la sala polifunzionale: si tratta di scuse inconsistenti... Lo stallo della compravendita - ha concluso l'avvocato - è dovuto all'inerzia di qualcuno o forse alla malafede di qualcun altro".
Sulla stessa linea il capogruppo di maggioranza Guido Della Frattina che ha voluto rivolgere un appello a Giandomenico Ciapparelli, del quale ha detto di avere il dubbio "che abbia la coscienza a posto": "o chiarisce se l'immobile è di suo interesse oppure metta da parte i risarcimenti (l'imprenditore tiranese avrebbe chiesto 46.000 euro per la variazione del Piano Integrato, Ndr) e agisca, per riacquistare credibilità, negli interessi sociali e culturali della Fondazione lasciando perdere la compravendita attuale (e magari partecipando a quella futura) dimostrando amore verso il territorio".
Provocatoria, ma non troppo, la proposta, accolta positivamente, del vice-Sindaco Gianmartino Della Vedova: "faccio un appello ai Comuni: consegnate la proprietà dell'immobile al Comune di Tirano oppure alle Comunità Montane di Tirano e Bormio. Ben venga che non si venda lo stabile - ha detto -. Ottenuta la proprietà propongo che l'ex Cinema venga abbattuto e che sia restituito uno spazio pubblico (con una volumetria limitata per i negozi esistenti), una piazza, ma soprattutto uno spazio dedicato ai giovani, così come nelle volontà del geometra Tenni e di Camagni... Se ci sarà la volontà politica di procedere in questa direzione, Ciapparelli avrà il buon senso di recedere".
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