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mercoledì 18 settembre 2013

LA STORIA DELLA MULA FORTUNATA

18 settembre 2013 - Quando l'abbiamo trovata non aveva un nome, era poco più che nulla. Era solo una umile mula, legata stretta con un cappio che pareva oggetto premonitore di quella che avrebbe dovuto essere di lì a poco la sua sorte. Il macello. Ovvero la morte.
Ma l'umile mula, questo non lo sapeva o forse si chiedeva il perché le sue giornate si srotolassero nel buio assoluto, nella solitudine più opprimente, con quel cappio pesante attorno al collo. O forse intuiva che la forzata immobilità era la condizione imposta per donare poi carne più abbondante a colui che ogni giorno le portava il foraggio. Chissà, se intravedendo la luce, dalle grate offuscate dai fitti ricami di ragnatele, sospirava ai verdi pascoli e alla rugiada mattutina. E chissà se avrà mai pensato di peccare di egoismo, nel non voler essere messa all'ingrasso per scomparire poi nel nulla, mentre avrebbe desiderato il tutto della sua esistenza.
Ma era solo una umile mula per il pensiero umano.
Sino a quando colui che un giorno la legò stretta alla sua sorte, lasciò filtrare uno sprazzo di luce nelle tenebre della atavica abitudine, allentò il cappio e ci regalò quella umile mula destinata al macello.
Fu chiamata Fortunata alla APA di Sondrio, e in una tiepida mattinata settembrina l'allevatore che seppe sovvertire le stagnanti regole della consuetudine ce la consegnò . Un nastro bianco attorno al suo collo simbolo di rinascita, e poi via verso una nuova vita. Sul passaporto di Fortunata, che tutti gli equidi registrati alla anagrafe possiedono, è stata posta la dicitura Non macellabile. La sua garanzia per una lunga vita.
E' una bella storia, che vi abbiamo voluto raccontare. Certo, l'uomo non dovrebbe mai decretare la morte o concedere la grazia, non dovrebbe mai disporre della vita di un animale, ma questa è una altra storia. Che forse un giorno qualcuno scriverà. Per ora siamo contenti di avervi raccontato quella della mula Fortunata e del suo allevatore che regalandola a noi le ha ridato la vita.
LAV Sondrio

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